Giuseppe Bellusci torna a parlare: “Ecco perché non abbiamo chiesto scusa ai tifosi...”
Il difensore è tornato a parlare pubblicamente dopo l'amara retrocessione dell'Ascoli in Serie C
Giuseppe Bellusci torna a parlare pubblicamente dopo l'amara retrocessione dell'Ascoli in Serie C. L'esperto difensore centrale classe 1989, attualmente svincolato, ha chiuso l'ultima stagione con 30 presenze in campionato, due gol contro Spezia e Lecco ed un assist.
Le parole del difensore
Ecco le parole del giocatore riportate da Picenotime:
«Retrocessione? Era solo questione di tempo. In 6 anni non si è mai vista un'inversione di rotta. E questo non significava cambiare freneticamente giocatori, allenatori e direttori sportivi. Sarebbe bastato mandare via una "mela marcia" affinché tutti lavorassero in serenità per il bene comune. Ho vissuto malissimo la retrocessione. E ancora purtroppo non sto bene. Credo che questo fallimento sarà sempre dentro di me. Con mister Castori non saremmo mai retrocessi. Questo lo metto per iscritto. Di errori ne sono stati fatti tanti, ma io li riconduco purtroppo ad un unico personaggio che a mio modo di vedere in questi anni ha fatto solo il male dell’Ascoli Calcio - ha dichiarato Bellusci -. Dopo l'annata che ci ha visto raggiungere i playoff purtroppo è riemerso un personaggio, poi divenuto dirigente, che era stato messo all’angolo sia dall'ex direttore sportivo che dall'allenatore. Questa figura ha solo creato scompiglio, alimentando tensioni. Si è dato un ruolo senza averlo, ha creato problemi per poter dire che li risolveva. Senza capire però che lo spogliatoio e i calciatori vivono di emozioni: se fai male ad uno, tocchi tutti. Questa figura ha rotto equilibrio ed armonia all’interno di un gruppo che era sanissimo, facendo mettere fuori rosa giocatori dipinti come colpevoli per camuffare i suoi errori o dare una motivazione falsa al fine di non assumersi alcuna responsabilità. Un fatto che mi rattrista è che l’ascolanità poteva essere una risorsa, un valore aggiunto, invece in questa società è diventato un problema. Ne ho viste tante e ho letto cose per le quali sono stato malissimo. La mia colpa è stata quella di essere tifoso e giocatore della stessa maglia che indossavo. Io ho sopportato tanto perché il mio ruolo da giocatore e dipendente prevede anche questo, ma l’esultanza dopo il gol con il Lecco era frutto dell’esasperazione per le mille situazioni viste, subite direttamente e indirettamente. Ho sofferto tanto, forse troppo. Chi mi è vicino sa a cosa mi riferisco - ha sottolineato ancora il difensore che il prossimo 21 Agosto compirà 35 anni -. Vedere questa maglia associata a personaggi ambigui che non potrebbero e forse non dovrebbero stare nel mondo del calcio, fa male. Ho provato a parlarne, in tempi non sospetti, ma le cose andavano bene e come accade sempre bisognava aspettare il disastro, ovvero la retrocessione, per sperare che le cose potessero cambiare. Nella mia umile carriera non ho mai visto un club andare avanti con zero programmazione, zero organizzazione, zero metodologia e soprattutto zero coerenza."
La mancate scuse dopo la retrocessione
L'ex giocatore del Monza è poi tornato a parlare in merito alle mancate scuse dei giocatori dell'Ascoli dopo la retrocessione della squadra:
“Perchè nessuno della squadra ha rilasciato dichiarazioni dopo la gara col Pisa del 10 Maggio? Mi dispiace e chiedo scusa per non averci messo la faccia in sala stampa dopo la retrocessione. Avevo chiesto di poter parlare ma mi è stato risposto che avrebbe parlato solo il presidente Neri. Ad una rappresentanza di giocatori che voleva chiedere scusa, questo è stato vietato. Era mia intenzione espormi e prendermi le mie responsabilità come ho sempre fatto. Mi dispiace che il mio rapporto con l'Ascoli si sia concluso con una tale amarezza. La rabbia è davvero tanta. Ero tornato con entusiasmo rinunciando ad un ingaggio superiore, ma volevo chiudere la carriera con la maglia della squadra del mio cuore, con i colori che mi hanno salvato la vita. Poi ho capito che con questa proprietà era impossibile. A volte l’amore ti ferisce e ti fa male. Di gioie ce ne sono comunque tante. La più grande è stata quella di rigiocare i playoff dopo 17 anni con il conseguente record di punti dell'Ascoli in Serie B. Amo la maglia bianconera e con orgoglio posso dire di aver giocato oltre cento partite col Picchio. Come può ripartire l'Ascoli? Ora non so ora cosa succederà. Dobbiamo rimboccarci le maniche, raccogliere i cocci e ripartire con forza perché noi sappiamo cosa significa essere piceni. Voglio abbracciare con grande affetto tutti i tifosi”.
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