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Ambrogio Moccia
Ambrogio Moccia

Monza nelle mani dei ‘maranza' secondo Moccia

A Monza negli ultimi 4 mesi la polizia locale ha fermato circa 50 ‘maranza’. Un termine che non uso a caso, ma proprio nel suo significato più profondo, nell’accezione riportata anche dall’Accademia della Crusca”. Sono state le parole di Ambrogio Moccia riportate dai colleghi di MonzaToday.

Ed è proprio l’Accademia della Crusca che definisce il maranza come ”il ragazzo o la ragazza, che appartiene a gruppi di giovani che condividono e ostentano atteggiamenti da strada, particolari gusti musicali, capi d’abbigliamento e accessori appariscenti e un linguaggio spesso volgare”.

Una descrizione che, come riferisce l’assessore Moccia, calza a pennello con quegli oltre 50 giovanissimi che da febbraio sono stati fermati dalla polizia locale, sia per controlli sia per episodi di vandalismo o criminalità. 

Si tratta di ragazzi tra i 13 e i 17 anni - prosegue - che spesso fanno riferimento a  una sorta di capobranco che ha più di 18 anni. Sono ragazzi italiani e stranieri, di tutti i ceti sociali. È errato pensare che provengano esclusivamente dalle classi sociali meno abbienti o da famiglie con fragilità”.

Baby Gang

Presenti anche le ragazze nelle baby gang 

Ma non solo ragazzi: ci sono anche esponenti del sesso femminile. “Anche loro giovanissime e il più delle volte minorenni hanno comportamenti altrettanto aggressivi, sia verbalmente sia qualche volta fisicamente, come i coetanei maschi".

Il centro storico ‘sotto attacco’

Questi gruppi spesso terrorizzano il centro storico. “Alcuni sono monzesi, ma la maggior parte sono ragazzi che vengono da fuori città e non a caso scelgono Monza e il suo centro come ‘palcoscenico’ per le loro azioni. Nella loro filosofia di vita deviata il loro scopo è richiamare l’attenzione, fare scandalo con azioni importanti in luoghi significativi, come può essere il centro di un capoluogo”. 

Il fenomeno, fortunatamente, sta diminuendo – conclude Moccia -. Anche in futuro i controlli proseguiranno. Ma anche l’attività preventiva proseguirà, con controlli ad hoc anche nel mondo social dove questi giovani comunicano”.

Necessario il dialogo

La necessità del dialogo è l'ultimo tema trattato da Moccia: “Il dialogo è fondamentale ed è da mesi che lo faccio sia con i ragazzi che vengono fermati sia coi loro genitori. Qualche volta è andata buon fine, qualche volta mi sono trovato di fronte ad adulti infastiditi dalla telefonata delle forze dell'ordine che li avvertivano del reato del figlio, piuttosto che da quello che il ragazzo aveva fatto”.