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Il Monza è ormai il volto di Nesta, l’unico a metterci sempre la faccia

Ad uno dei migliori difensori italiani di ogni epoca viene comunicato l’esonero da allenatore del Monza la mattina dell’antivigilia di Natale come raccontato in esclusiva da MonzaNews, mentre sta dirigendo una seduta defaticante a Monzello, a poche ore dall’immeritata sconfitta interna con la Juventus. Nesta, sostituito con chi fa molto peggio di lui, viene richiamato al timone dei biancorossi dopo solo sette turni di campionato, ritrovando una squadra molto più lontana dalla quota salvezza rispetto a quando l’aveva forzatamente lasciata e, soprattutto, con un organico rivoluzionato e qualitativamente peggiorato dal mercato di gennaio. 

Il bilancio delle tre gare dal suo ritorno è di un misero punticino casalingo col Lecce. Poi la débâcle di Roma e la sconfitta di ieri col Torino. Tutto ciò non impedisce al tecnico romano di riuscire a dichiarare al termine del match col Torino che “il Monza ha affrontato i granata con spirito positivo e che occorrerà credere alla salvezza fino all’ultimo, non mollando mai”.

Bravo mister, tanto di cappello. Perché nonostante un esonero gestito malissimo, nella forma e nella sostanza, nonostante una situazione societaria alquanto confusa e deterioratasi negli ultimi mesi, hai avuto la forza ed il coraggio di ritornare. Al punto di farmi pensare ieri, ma anche il giorno del tuo rientro, cosa ti avesse maggiormente spinto a farlo. Vero che avevi un contratto da rispettare, con tanto di ingaggio, ma non penso sia stata questa la ragione che ti ha riportato in riva al Lambro.

Penso che tu sia tornato per correttezza professionale, nel rispetto di quei valori che caratterizzano molti dei grandi campioni dello sport. Perché trovarti in sala stampa e mettere la faccia (ormai il tuo volto, insieme a quello del giocatore biancorosso intervistato di turno, è l’unico che vediamo presentarsi in pubblico da tempo) è davvero encomiabile. Sei il solo cui è delegato il compito di rompere quel silenzio assordante che proviene dai piani alti e questo te ne fa onore. La comunicazione da questi piani, in tempi migliori sempre pronta a farsi sentire, è oggi totalmente assente. Comunicare a grandi linee cosa ne sarà di un Monza in serie B tra qualche mese sarebbe un segnale apprezzabile. Perché il problema non è la retrocessione, il problema è il buio che si intravede dietro l’angolo.