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Paolo Maldini, ex ds del Milan e papà del calciatore del Monza Daniel, ha denunciato la censura di una sua intervista rilasciata a Radio Serie A il 9 maggio. 

generazione Maldini

Censurata intervista a Paolo Maldini, l'ex ds del Milan passa alle vie legali 

Attraverso il suo avvocato Danilo Buongiorno, Maldini ha espresso il proprio disappunto per i comportamenti subiti e ha intrapreso azioni legali per tutelare i suoi diritti, in particolare la libertà di espressione in merito a questa intervista rilasciata nei giorni scorsi. Il giornalista Alessandro Alciato ha confermato che ci sono state pressioni per non trasmettere l'intervista, evidenziando l'importanza della libertà di pensiero di Maldini.  

Chi è Paolo Maldini 

Paolo Maldini, una leggenda del calcio mondiale e un simbolo del Milan, è spesso celebrato per la sua eccezionale carriera lunga oltre due decenni, durante la quale ha dimostrato costanza, classe e leadership sia in campo nazionale che internazionale. La sua figura non solo incarna l'essenza di un difensore completo ma anche quella di un modello di condotta professionale e personale. Maldini ha avuto un impatto notevole nel calcio, contribuendo significativamente ai successi del Milan e della nazionale italiana. Con il Milan, ha vinto numerosi titoli di Serie A e coppe europee, mentre con l'Italia ha raggiunto le finali di grandi tornei internazionali. La sua abilità nel leggere il gioco e la sua presenza fisica lo hanno reso uno dei difensori più rispettati della sua era. Maldini è anche noto per la sua lealtà al club, avendo trascorso tutta la sua carriera con il Milan, e per il suo successivo ruolo nella dirigenza, dove continua a influenzare il calcio moderno.

Censurata intervista a Maldini, Pistocchi: ‘Questa cosa mi fa ribrezzo’ 

“Senza se e senza ma, Paolo Maldini - una leggenda del Milan e della Nazionale- denuncia di essere stato censurato da RadioTvSerieA-la radio ufficiale della SerieA e conferisce mandato per la tutela dei suoi diritti. Non so voi, ma a me questa cosa fa ribrezzo”. Così Maurizio Pistocchi, noto giornalista ex Sportmediaset, ha commentato su Twitter la notizia relativa a Paolo Maldini

 L'ex capitano della Nazionale, oltre che leggenda del Milan, Paolo Maldini ha rilasciato una lunga intervista a Radio Tv Serie A, nel format Storie di Serie A. Ecco alcuni passaggi sul temi trattati dal poliedrico difensore ex rossonero, padre di Daniel Maldini, attualmente in prestito al Monza..

Per vedere tutta l'intervista: (clicca qui)

Paolo Maldini sul rapporto con Silvio Berlusconi..

Sono diventato amico di Piersilvio negli anni e sono stato ad Arcore tante volte. Il Presidente Silvio mi ha sempre detto: "Sono un tuo secondo padre" e così è sempre stato. Due anni fa mi aveva invitato a ‘Villa San Martino’ a fare un pranzo con Galliani. Guardando il passato li ho ringraziati per quello che hanno fatto per me, per il Milan e per il calcio, dicendo loro: "Solo adesso capisco la grandezza di quello che è stato fatto", un lavoro enorme. Quando è stato ricoverato in ospedale, il giorno che è uscito mi ha chiamato, pochi giorni prima della sua morte. Voleva fare degli scambi con il Monza, voleva sapere di alcuni giocatori, mi parlava dei suoi calciatori e li conosceva benissimo. Il calcio lo ha accompagnato fino all'ultimo, lo ha vissuto come passione e questo si trasmette, all'ambiente, agli allenatori e ai calciatori. Un ambiente vincente lo crea la città, il luogo di lavoro e le persone. Torniamo alle relazioni, credo che siano importanti, coltivate nel tempo lasciano sempre un segno.

Daniel Maldini
Daniel Maldini, figlio di Paolo

 

Paolo Maldini sul figlio Daniel..

È un destino da cui non si scappa, la sua è stata una scelta libera, come quella di Christian, di giocare. È successo a loro quello che è successo a me, con un papà ingombrante, credo che soprattutto i primi anni da ragazzo vuoi giocare, divertirti ed essere uno dei tanti. Ci sono pressioni, lui e Christian sapevano a cosa sarebbero andati incontro. Se avessi potuto cancellare questa cosa l'avrei fatto, per dare loro anni più sereni. Si divertono, lo sport è molto democratico, alla fine va avanti chi ha valori. Deve essere uno stimolo o diventa una pressione troppo forte, soprattutto oggi con i social e un'attenzione spasmodica, ai miei tempi era diverso.