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il calcio di rigore fallito da Silva (foto Caprotti)
il calcio di rigore fallito da Silva (foto Caprotti)

Se è vero che "la vendetta è un piatto che va servito freddo", nel mondo del calcio  la vendetta a volte si fa aspettare anche per molti anni. 

Campionato di Serie B 1978/1979, la prima storica promozione del Monza in Serie A sembra davvero cosa fatta. L’ostinato mister Alfredo Magni, riconfermato in panchina, riceve dal d.s. Ghioni un gruppo di “nuovi” di sicuro rendimento come Marconcini, Stanzione, Volpati, Lorini, Corti, Penzo, ai quali si aggiunge un prodotto del vivaio dal piede sinistro prodigioso come Maurizio Ronco. Fa il suo esordio in prima squadra (con gol) anche un sedicenne visionato e portato a Monza dalla provincia di Reggio Emilia di cui si dice un gran bene: Paolo Monelli. L’inizio del campionato per il Monza non è esplosivo, ma al termine del girone di andata 23 punti in 19 partite sono un buon bottino (l’era dei tre punti a vittoria non è ancora iniziata) e il Monza si mantiene  nei quartieri alti della classifica. Poi con 4 successi consecutivi si giunge alla penultima giornata in terza posizione della classifica, con il Pescara staccato di 2 punti dopo la sconfitta nel derby di San Benedetto. Di scena al Sada c’è il Lecce, compagine ambiziosa e di tutto rispetto, ma che non ha più molto da chiedere al campionato. E’ il 17 giugno 1979 e davanti a 9.472 spettatori un incredibile “harakiri” preclude al Monza la promozione diretta. Al 41’ del primo tempo su lancio di venticinque metri di Sartori il centravanti Loddi infila al volo Marconcini con una botta di sinistro: un gol da cineteca. L’espulsione di Corti, ma soprattutto il rigore procurato da Scaini, calciato maldestramente da Silva sulla sinistra e parato da Vannucci a 13 minuti dal termine, costano al Monza l’aggancio al terzo posto da parte del Pescara, vittorioso sulla Pistoiese. A fine partita la delusione dei tifosi più esagitati si tramuta in atti di vandalismo al già vetusto Sada, con l’arbitro triestino Terpin che lascia lo stadio solo in serata nascosto in un'ambulanza. “Più ti avvicini alla luce, più grande diventa la tua ombra” recita un vecchio aforisma. E le ombre, in Brianza, diventano sempre più grandi. All’ultima giornata il Monza vince a Pistoia (2 a 1), il Pescara fa lo stesso sul neutro di Napoli contro un Foggia disperato che sfiora il pareggio fallendo un gol clamoroso con Salvioni, che qualche decennio più tardi sarebbe diventato tecnico dei biancorossi con risultati assai scadenti. Si arriva, il primo luglio a Bologna, allo spareggio per decretare la terza promossa in Serie A (le altre sono Udinese e Cagliari): il resto della storia lo conosciamo bene. Nel frattempo il Lecce ha fatto visita al Monza per otto volte in partite di campionato, ma eccoci qui, a quasi quarantaquattro anni di distanza: domenica 28 maggio 2023 potrebbe essere il giorno in cui il Monza potrebbe far sorseggiare ai salentini, all’affannosa ricerca di punti-salvezza, l’amaro calice di una vendetta sportiva attesa da tanto tempo. 

Giulio Artesani