La straziante storia di Marco, il 18enne brianzolo morto nel sonno e ricordato da un intero paese
Nel giorno dei suoi funerali, Besana Brianza si è fermata
Una vita che si spezza improvvisamente a 18 anni è sempre qualcosa di ingiusto. Anche chi crede fermamente nell'esistenza di Dio fa fatica a darsi una ragione. Quello che è successo a Besana Brianza, nella notte tra giovedì e venerdì scorso, ha lasciato davvero senza parole un paese intero e non solo.
Marco Crippa si è addormentato nel suo letto e, senza accorgersene, probabilmente, si è svegliato in Paradiso. Un malore lo ha colpito nel sonno e lo ha sottratto all'affetto dei suoi cari. I genitori, i parenti, i compagni di scuola, gli amici. Tutta la comunità besanese si è fermata ieri, per dare l'estremo saluto al giovane.
Nella chiesa dedicata ai santi Pietro e Marcellino, si sono celebrati i funerali davanti a tantissime persone giunte per stare vicine alla famiglia nel giorno dell'addio a Marco. Al coadiutore Don Fabrizio il difficile compito di trovare le parole durante l'omelia. Reso ancor più complicato dalla conoscenza stretta con il ragazzo. Questo uno dei passaggi del suo intervento. "Credi in me? disse Gesù a Maria, la sorella di Lazzaro, di fronte alla morte del fratello. È la domanda che ogni credente si pone di fronte a tragedie simili. Oggi conta tenere aperta questa domanda, le risposte si troveranno piano piano"
Purtroppo non tutti sanno trovare una risposta, ammesso che esista, che possa dare un senso ai giorni successivi. Quelli in cui i genitori si accorgeranno dell'assenza di Marco, così come gli insegnanti e i compagni di classe, con un triste banco vuoto a ricordare una storia, una battuta, un sorriso di una presenza che mancherà terribilmente.
Don Fabrizio ha voluto chiudere con una citazione, questa volta non evangelica, ma molto attuale. Una frase di una canzone di Tedua, il rapper tanto amato da Marco, che fotografa in maniera nitida quello che è lo strazio di una perdita così importante: “Sopravviverò al dolore, lo portеrò per ore finché poi scivolerà come la pioggia sul giaccone”.
Ultimo atto della cerimonia, il volo dei palloncini bianchi, prima che la salma del ragazzo venisse tumulata nel cimitero cittadino.