Monza, buio omega: a Parma il cuore non basta, altro 2-1 figlio degli errori (e non della sfortuna)
Il colpo di testa al 98' di Valenti fa crollare i brianzoli per la decima volta in campionato. Una sconfitta, la prima di Bocchetti in biancorosso, che pesa come un macigno sul morale e la testa. L'analisi del match.
«La sfortuna generalmente è dovuta a un errore di calcolo».
Severo, epigrafico, diretto. Ma giusto.
Così Bertolt Brecht sbriciolava una delle tante scorciatoie insite nel pensiero comune. Perché, di fatto, come scrisse il poeta e drammaturgo tedesco nella sua opera teatrale Vita di Galileo (incentrata sul rapporto tra la ricerca scientifica e il potere), il fattore “sfortuna” dipende da abbagli, sviste, valutazioni imprecise, errori. Appellarsi alla cattiva sorte, talvolta, è il modo più semplice per evitare critiche e fare autoanalisi, spogliandosi di colpe proprie per imputarle a fattori esterni o divini.
Questione di approccio e pensiero, di forma mentis e responsabilità.
La sfortuna non esiste, e a ribadire il concetto (per l'ennesima volta) non è uno qualunque, ma colui che perse la finale Mondiale del 1974 contro la Germania Ovest, Johan “Jesus” Cruijff, capitano dell'Arancia Meccanica guidata da Rinus Michels.
"Tanto tuonò che piovve". Più che un proverbio (di Socrate), un segnale. Dall'esonero di Nesta all'investitura di Bocchetti: il Monza cambia allenatore, ma i risultati non cambiano.
Al Tardini il Monza cade al 98' contro il Parma al termine di una partita caleidoscopica, piena di squilli, episodi, emozioni. A gioire sono i ducali, condannando i biancorossi al quinto ko consecutivo e al “buio omega" (Joe D'Amato, 1979) dell'ultima della classe.
Una gara spezzata e dai mille volti, pazza e scorbutica, con il Monza a comandare nel primo tempo e il Parma a sentenziare nella ripresa.
I brianzoli escono dal campo distrutti nel morale, con tre gol annullati, una buona prova complessiva e 40' minuti disputati in inferiorità numerica. La squadra di Pecchia, al contrario, tiene botta e pugnala gli avversari al petto, insaccando l'ultimo pallone con fame e convinzione.
Gli errori biancorossi pesano in entrambe le fasi e influenzano in negativo un match che, al netto dei diversi sviluppi, sembra la serigrafia scarlatta di Monza-Udinese e Monza-Juventus.
Monza furioso, Parma alle corde
Nel calcio e nelle la partite “a fare la differenza sono il coraggio, l’attenzione e la voglia di aggredire”.
Parole di Gian Piero Gasperini, l'uomo della restaurazione calcistica in Italia, allenatore-maestro che ha promosso una scuola di pensiero - vincere attraverso il gioco - sposata e ricandidata dagli allenatori "Next Gen". Tra questi Raffaele Palladino, architetto e professore del Monza nell'ultimo biennio in Serie A, e Salvatore Bocchetti, nuovo tecnico biancorosso subentrato in panchina al posto di Alessandro Nesta.
Chiamato a dare una scossa dall'interno, istillando nuovamente il seme della "cazzimma" nel DNA della squadra, il Mister classe 1986 apparecchia la tavola del rilancio toccando le corde giuste nei calciatori, cuore a anima per ripartire, mentalità e motivazioni per svoltare.
Nella delicata trasferta di Parma, Bocchetti cerca di trasmettere pochi concetti, chiari e mirati, per interpretare la gara nel modo corretto.
Stimoli, motivazioni e atteggiamento guidano la riscossa biancorossa in terra emiliana, con quei principi gasperiniani che trovano corrispondenza in campo. La squadra riceve il messaggio, l'approccio al Tardini è furioso e istantaneo.
1-3-4-2-1 di fluidità e dinamismo, con A. Carboni e Birindelli esterni a tutta fascia, D'Ambrosio braccetto a sinistra e tridente offensivo composto da Ciurria e Caprari con Maldini falso 9.
Coraggio, spirito incendiario, aggressività: il Monza ingrana subito la quinta e dopo 50 secondi produce la prima occasione, con Maldini che si avvita in area ma conclude a lato. Il Parma è inchiodato sul terreno di gioco, fermo e schiacciato dall'avanzata intrepida degli ospiti, che al 4' passano in vantaggio con un'azione convulsa e infinita. Giocata da terzo a terzo, sponda e conclusione: Caprari serve Ciurria, il Fante spizza per Maldini e il 14 biancorosso, da solo davanti al portiere, non riesce a ribadire in rete e stampa il pallone sulla traversa. I ducali respingono l'assalto ma dal successivo sviluppo, ancora una volta, è il dialogo tra le due sotto punte ad affettare la difesa emiliana. Triangolo in area Ciurria-Caprari e sinistro sotto la traversa per l'84 biancorosso: gol costruito, cercato, voluto dal Monza, completato dal gesto mancino del Fante. Ma il vantaggio dei brianzoli è solo un illusione e, dopo il check col Var, La Penna annulla la rete per via della posizione del pallone sull'assist di Caprari, fuori di pochi centimetri dalla riga di fondo.
Al 9' il Parma mette fuori la testa, con Mihaila a scaldare i guantoni a Turati, attento nella respinta. Avvio complicatissimo per la squadra di Pecchia, schierata con il consueto 1-4-2-3-1, con Cancellieri adattato a prima punta e i bad boys Man e Mihaila a coadiuvarlo.
Le tattiche si incastrano e si ribaltano, con i due allenatori - ex compagni da giocatori - a sfidarsi a viso aperto, “Faccia a faccia”, come nel polveroso western di Sergio Sollima. Uno contro l'altro, con due attacchi privi di riferimenti fissi, un gioco reattivo e combinazioni rapide tra le linee.
Cruciale è la posizione negli half spaces di Ciurria, indicatore e chiave della manovra con i suoi movimenti senza palla. Suo l'assist per Caprari, lancio d'intenzione nello spazio a cogliere la difesa avversaria alle spalle. Il 10 biancorosso stoppa a seguire e calcia rasoterra sul secondo palo ma Suzuki si allunga e devia in angolo.
L'interpretazione alla gara del Monza è decisa, ma col passare dei minuti il piglio veemente si tramuta in nervosismo e l'intero pacchetto difensivo finisce nella sezione “cartellini gialli” del taccuino dell'arbitro.
Ripresa al rovescio, episodi decisivi
Il secondo tempo si apre con una doppia sostituzione tra le file dei ducali: fuori Cancellieri e Keita, dentro Bonny e Valeri, con Coulibaly a spostarsi sulla corsia destra.
L'intuizione di Pecchia produce i suoi effetti e proprio dalla catena Coulibaly-Hainaut trova origine il point break del match. "Palla, spazio, uomo" e azione che rispetta in piena regola il codice “Scoglio”: il 20 gialloblù legge la sovrapposizione del compagno e lo serve in profondità sulla corsa. L'intervento in area di Marì su pallone e uomo viene sanzionato da La Penna, dopo l'OFR, con il calcio di rigore. Ingenuità del centrale spagnolo, ammonito per la seconda volta ed espulso.
Monza in 10 e gara totalmente stravolta, con Hernani Jr. che sigla l'1-0 da dischetto e manda avanti i Crociati.
Ma il Monza resta in partita e, con tutte le energie in corpo, agguanta il pareggio. Bocchetti non snatura l'assetto della sua squadra e programma un 1-3-4-2, con l'inserimento di elementi freschi dalla panchina, tutti funzionali al gioco e decisivi.
Djuric, Sensi, Pedro Pereira e Martins rilevano Maldini (sempre più smarrito e inconsistente), Bondo, Birindelli e Ciurria.
All'85' i biancorossi concretizzano le idee con un'azione dal timbro palladiniano, da quinto a quinto, evocazione delle intese a distanza fra Carlos Augusto e Ciurria.
Verticalità, ampiezza e finalizzazione: con quattro tocchi i biancorossi manipolano la struttura avversaria e creano lo spazio, con Izzo che pesca tra le linee Bianco, il quale prolunga per Caprari che, a sua volta, serve Martins sulla destra. Teso e ben calibrato, il cross del laterale classe 2005 transita in area e diventa preda di Pedro Pereira. Tap-in vincente e 1-1 brianzolo.
Match di nuovo in equilibrio, a sorpresa, con un Monza che rimane ancorato al punteggio con le unghie e con i denti. Ma all'ottavo minuto di recupero, dagli sviluppi di un corner, Valenti anticipa Carboni (dopo il salto a vuoto di Bianco), mette in croce i biancorossi e regala la vittoria ai Crociati, con Turati immobile sulla riga di porta.
Game. Set. Match.
A peccare, ancora una volta, è la troppa superficialità nella gestione del pallone da parte del Monza, con la punizione dal limite dell'area fischiata ai gialloblù per fallo di Pereira e la successiva deviazione in angolo sul tiro di Valeri a determinare il risultato.
Parma-Monza termina 2-1.
Valenti di fuoco, Monza ancora in bianco
Colpo di grazia.
E no, questa volta il cinema non c'entra nulla, ma serve solo l'assist, col titolo di un film tedesco del 1976 che rispecchia l'attuale stato d'animo del Monza.
Ferito nell'orgoglio, punito nella maniera più crudele, capitolato sotto la mannaia argentina di Lautaro Valenti. Gol di capitale importanza quello del Parma, in uno scontro diretto per la salvezza, con un +5 sul terzultimo posto e - per usare un gergo cestistico - almeno due “possessi” sulle dirette inseguitrici.
Per il Monza, invece, è una doccia gelata, freddissima e a secco, un Moloch a gettare ombra sul presente biancorosso.
Decima sconfitta stagionale, decimo gol subito su palla inattiva, quinta partita persa di misura per 2-1, defezioni croniche e poca cattiveria in fase realizzativa, sempre svantaggi da recuperare, difficoltà persistenti nel leggere le situazioni e a ribaltare i punteggi, una lucidità che vacilla nei momenti clou delle gare: la lista di errori è sempre la stessa, da inizio campionato, con tante partite, forse troppe, a ricalcare il solito copione. Massima abnegazione, minimo risultato.
Il Monza è sconfinato in una zona grigia, tumultuosa e solitaria, popolata da problemi che sembrano condizionare la tenuta mentale della squadra. Una squadra che fatica a trovare quella forza necessaria per rovesciare i risultati e vincere.
E non c'è sfortuna che tenga, perché il pallone non entra in porta per grazia ricevuta o per puro caso, ma va indirizzato e buttato in rete, con cinismo e precisione, senza invocare gli dei ma contando sulle proprie virtù.
Perché se è vero che, come dice Max Allegri, “il calcio l'ha inventato il diavolo”, è altrettanto vero che le partite non si vincono per tiri fatti o occasioni create, ma grazie alla capacità di saper fare un gol in più degli altri e subirne uno in meno.
Chiusa una porta, si apre un portone.
L'addio al 2024, con appena una vittoria in 18 gare, coincide con l'auspicio che la scossa, quella reale, possa arrivare domenica 5 gennaio 2025 contro il Cagliari, l'ultima squadra che il Monza è riuscito a battere all'U-Power Stadium il 16 marzo 2024 (un girone e mezzo fa).
Come ribadito durante la conferenza di presentazione, Bocchetti sa che l'unica via per uscire dalle sabbie mobili della classifica è il lavoro, più intenso e applicato, liberando la mente dalle scorie del passato e ragionando sulle prossime partite.
“Più a lungo indugiamo sulle nostre sventure, più grande è il loro potere di farci del male”. L'adagio di Voltaire è emblematico, nulla è ancora definito e tutto ancora da scrivere.
Una vittoria in casa riaccenderebbe le speranze del Monza, chiamato a fare punti in un match delicato che, per tanti motivi, può rappresentare il vero spartiacque della stagione.
Uniti e determinati verso un obiettivo complesso ma tutt'altro che impossibile, con il mantra di Berlusconi a dettare la rotta e i fatti a raccordare le parole. Mollare mai, crederci sempre.
A cura di Andrea Rurali