Santo Stefano, ecco chi era e perché viene celebrato oggi
Santo Stefano: storia e tradizione del primo martire cristiano

Stefano si distinse come figura di spicco nella prima comunità cristiana, diventando il principale tra i sette diaconi di Gerusalemme. La sua missione principale consisteva nell'assistenza ai più bisognosi, con particolare attenzione alle vedove. La sua profonda conoscenza delle Sacre Scritture lo portò a diventare un predicatore influente, concentrando la sua opera evangelizzatrice principalmente tra gli ebrei della diaspora.
Il martirio e il suo significato

La morte di Stefano, avvenuta nel 36 d.C., rappresenta un momento cruciale nella storia del cristianesimo. La sua esecuzione per lapidazione, avvenuta alla presenza di Paolo di Tarso (prima della sua conversione), è considerata emblematica della persecuzione dei primi cristiani. Questo evento si colloca storicamente dopo la deposizione di Ponzio Pilato, in un periodo di particolare tensione per la comunità cristiana nascente.
La diffusione del culto
La storia delle reliquie di Santo Stefano prende una svolta significativa il 3 dicembre 415, quando il prete Luciano di Kefar-Gamla ne annunciò il ritrovamento in seguito a una visione. Il trasferimento delle reliquie a Gerusalemme, avvenuto il 26 dicembre dello stesso anno, fu accompagnato da eventi considerati miracolosi, come una pioggia che pose fine a un lungo periodo di siccità. Questo episodio contribuì significativamente alla diffusione del culto.
La celebrazione moderna
La festività di Santo Stefano è diventata festa nazionale in Italia nel 1947, non per motivi religiosi ma per estendere il periodo di riposo natalizio. Questa ricorrenza è condivisa da numerosi paesi europei, tra cui Austria, Germania, Croazia e altri, dimostrando l'importanza culturale e sociale di questa figura. In Serbia, dove Santo Stefano è il patrono nazionale, la giornata coincide con la Festa della Repubblica.