Tentata corruzione di un collega e scommesse: sospeso un arbitro della CAN C per due anni!
Il Tribunale Federale Nazionale si è pronunciato dopo una indagine della procura nata da una segnalazione di un altro fischietto
Luigi Catanoso della sezione di Reggio Calabria sospeso per due anni
Con le accuse appena citate, l’arbitro Luigi Catanoso della sezione di Reggio Calabria è stato condannato ieri a due anni di sospensione dalla Sezione Disciplinare del Tribunale Nazionale Federale. Come riportano i colleghi del Corriere dello Sport è una sentenza che sconvolge il calcio professionistico.
Luigi Catanoso e l'infortunio del 2020
Catanoso era già stato attenzionato nel 2020: il 12 gennaio di quell'anno arbitrò infatti la sfida tra Virtus Verona e Gubbio e in quell'occasione fu costretto ad uscire in barella, portando alla sospensione al 34' del secondo tempo della gara sull'1-0 per gli eugubini. Infortunio che venne definito sospetto.
Luigi Catanoso e l'insolito eccesso di scommesse
Ma non solo: nei match che lo riguardavano veniva registro un insolito eccesso di scommesse (segnalate ai Monopoli di Stato e comunicate in Figc). La procura di Roma - riportano i colleghi del quotidiano romano - non riuscì però a trovare prove sufficienti e archiviò l’indagine.
Ora, invece, le cose sono andate diversamente.
Luigi Catanoso e la corruzione del collega Milone
In questa circostanza, l’innesco all’attività investigativa è nato da un incontro fisico, avvenuto a Firenze il 17 agosto, tra Catanoso e il collega Stefano Milone della sezione di Taurianova, designato per Empoli-Lazio di Primavera 1.
Secondo la procura Figc, Catanoso, forse immaginando di trovare una sponda, avrebbe tentato di corrompere il collega, che a quel punto ha avvisato il suo designatore, Maurizio Ciampi, oltre che riferito i fatti all’ufficio del procuratore Giuseppe Chiné.
Nell'occasione Milone venne sostituito per ovvie ragioni, non arbitrando la succitata gara, ma la sua testimonianza si è rivelata decisiva.
Ancora non sono state pubblicate le motivazioni della sentenza, ma solo il dispositivo, ma è probabile che siano state accettate le tesi della procura: violazione del divieto di scommesse oltre che dei principi di lealtà, correttezza e probità, del regolamento dell’Aia e del codice etico.