Nova Milanese, dopo l'omicidio di Giovanna Chinnici il provvedimento ai danni della sorella
È stata allontanata dalla palazzina di famiglia: i rapporti tra le famiglie continuavano ad essere tesi e ora il giudice ha imposto alla donna di trasferirsi
Come si è arrivati all'adozione della misura di allontanamento
La misura è stata adottata nell’ambito di un procedimento per stalking condominiale, che vede i due coniugi contrapposti alle altre due sorelle con i rispettivi familiari, all’interno dello stabile di via Magellano dove convivevano tutti i protagonisti della vicenda.
Si tratta di un fascicolo d’inchiesta che era già stato aperto un anno fa dal pm Alessio Rinaldi, uno dei tanti in anni di denunce e querele che hanno contrassegnato la vita nella palazzina.
Caputo e la moglie avevano accusato gli altri familiari di averli costretti a vivere al freddo a causa di presunti lavori sull’impianto di condizionamento. Inoltre sostenevano di essere minacciati dai parenti: accuse che però non hanno trovato alcun riscontro, anche dall’analisi delle numerose telecamere installate negli spazi comuni. Senza contare che anche dopo il feroce assassinio della sorella, la 59enne ha chiamato i carabinieri facendo ancora accuse dello stesso tenore.
Il provvedimento è stato adottato anche per evitare “ulteriori episodi di tensione”, come riferito dai carabinieri di Nova.
L'omicidio di Giovanna Chinnici lo scorso ottobre
Giovanna Chinnici era morta per difendere la figlia 28enne da un’aggressione del cognato, Giuseppe Caputo, armato di coltello.
L’uomo, dopo un primo trasferimento in psichiatria, è tornato in carcere. Nei suoi confronti la procura ha avviato una valutazione psichiatrica. È indagato per tentato omicidio, omicidio e stalking condominiale.
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