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Sono passati quasi 24 anni dall'ultima gara con la casacca del Monza per il Capitano di mille battaglie Fulvio Saini (all'epoca 36enne), recordman indiscusso tra gli Alfieri del club di "Via Ragazzi del '99". Era infatti il 14 giugno del 1998, in occasione di quel Monza-Perugia di Serie B, in cui si è ammainata la bandiera biancorossa che ha messo per la 552esima volta (tenendo conto dei soli campionati), addosso la maglia biancorossa (in quel torneo priva della classica striscia verticale bianca sulla sinistra); calpestando, da qualche tempo ormai arretrato in difesa, il terreno di gioco del "Brianteo" per poco più di mezzora, in luogo del centrocampista italo-belga Roberto Bisconti, in quella squadra salvatasi col compianto Piero Frosio in panchina. Poi, la passione per questo sport lo spinse a qualche chilometro un po' a più sud-ovest, a Sesto, per un triennio finale in C2.

Saio compie oggi 60 anni, è nato infatti il 7 marzo 1962 nel cuore del territorio brianzolo, in quel di Biassono. Calciatore e doti umane classiche di un calcio romantico, andato via via scomparendo nel tempo. La Brianza biancorossa è tuttora, a distanza di anni, fiera di poter raccontare, ma anche solo menzionare, gli aneddoti ed i trascorsi di una Bandiera brianzola, indigena, che ha vestito questa maglietta con orgoglio tra gli innumerevoli campi dello Stivale italiano in Serie B e C, 'servendo' i colori con dedizione e serietà per 21 anni, considerando anche il periodo del settore giovanile. Pochi sono tuttora i club che possono annoverare e 'vantare', nei propri almanacchi, giocatori emblema con questa militanza e fedeltà. Fulvio, centrocampista che ha esordito tra i Pro nella Serie B 80-81 grazie a Mister Franco 'Jimmy' Fontana, con un Monza ormai condannato alla retrocessione in Terza Serie. Per lui 18 campionati consecutivi, con quattro promozioni in B ottenute, due Coppe Italia di Serie C alzate (prima all'atavico 'Sada' e poi al 'Brianteo', n.d.r.), quest'ultime sempre da capitano, e 13 gol. Da rimarcare anche gli altri nove anni come tecnico nel settore giovanile, sino al 2017.

Lui che ha convissuto in svariate epoche biancorosse, per due decenni, agendo da trait d'union per diverse generazioni di calciatori e allenatori, facendo da guida ai tanti giovani passati da qui alla prime armi (per farsi le ossa come si suol dire), e compagno inoltre di promesse, magari mancate, o magari divenute poi grandi giocatori. Una squadra è paragonabile quasi ad un porto di mare, in tanti sono passati in quel ventennio, alcuni in maniera effimera, qualche altro lasciando più o meno il segno in modo tangibile, ma nessuno come lui (che qualche possibilità di approdare in massima serie l'ha anche avuta nel suo iter). Lui che era sempre ai nastri di partenza all'inizio di ogni ritiro estivo, a fare da traino.

Tanti Auguri Capitano!