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foto Buzzi - AcMonza
foto Buzzi - AcMonza

Al quotidiano argentino Olé, il Papu Gómez ha fornito, in via ufficiosa, la sua versione dei fatti sul caso doping che lo ha visto coinvolto, anche nella giornata di ieri, con la squalifica biennale inferta della Federazione spagnola e la successiva notifica, dalla FIFA, tramite la FIGC, della sentenza di primo grado della Commissione Spagnola Antidoping.

Come riferito da Calcio e Finanza, il calciatore albiceleste ha confermato come di avere assunto, senza però consultare i medici del Siviglia, uno sciroppo per la tosse (correttamente prescritto da un medico per il figlio) contenente la terbutalina, principio attivo di indicazione specifica contro alcune malattie ostruttive respiratorie, sostanza vietata dalle norme antidoping del regolamento FIFA. 

L'ex Atalanta credeva che contenesse miele e limone, e non una sostanza proibita.

Torniamo indietro. 

Durante un allenamento con il Siviglia in inverno, poco prima della partenza per il Qatar, il trequartista viene selezionato dai medici per sostenere un esame antidoping, che dà esito positivo, appunto, alla terbutalina; la notifica della positività giunge poco prima della finalissima del Mondiale dove l'Argentina batte la Francia ai calci di rigore laureandosi per la terza volta nella storia campione del Mondo. Il calciatore rimane in panchina, scendendo in campo in precedenza contro Arabia Saudita ed Australia, sempre da titolare. 

A fine stagione 2022/23 il Papu rescinde bilateralmente il contratto col Siviglia,  e da svincolato accetta la proposta del Monza vedendo che non l'eventuale squalifica non viene notificata. Galliani, prontamente avvisato prima dell'accordo, decide comunque di chiudere la trattativa.