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7 marzo, data che segna il compleanno di uno degli emblemi della storia del Monza. Per presentarlo riprendiamo alcuni tratti del libro -Monza destinazione serie A- edito nel 2022 per celebrare la prima storica promozione ed i 110 anni di vita del club calcistico nostrano più rappresentativo. 

https://it.wikipedia.org/wiki/Fulvio_Saini

A chi non è mai capitato, guardando una partita, di esclamare: “In fondo è sempre stato allenatore, anche quando giocava…” ? Una considerazione rivolta a coloro che, prima in campo e poi in panchina, hanno saputo esprimere passione, intelligenza , carisma e voglia di lottare. Lo spagnolo Guardiola potrebbe essere il massimo emblema di questo concetto, avendo interpretato le due situazioni in maniera esemplare. Anche a Monza c’è stato un giocatore che, più di altri, rispecchia queste caratteristiche: Fulvio Saini. 552 partite nel Monza (290 in B, 262 in C) e 13 gol messi a segno Quattro promozioni in Serie B con quattro tecnici diversi: 1981-82 allenatore Fontana, 1987-88 allenatore Frosio, 1991-92 allenatore Trainini, 1996-97 allenatore Radice e 2 Coppe Italia di Serie C (1987-88 e 1990-91). 

Più biancorosso di così…

Nessuno più biancorosso di lui: un simbolo, una bandiera. Il centrocampista di Biassono è stato (è lo è ancor oggi) un beniamino del pubblico monzese ed esempio di dedizione, professionista serio, umile quanto talentuoso. La sua classe avrebbe meritato altri palcoscenici, ma per amore del Monza è rimasto in biancorosso per quasi un ventennio e, dopo un intervallo a Sesto, Saini è tornato per allenare le giovanili biancorosse per diversi anni prima di passare al Seregno con la medesima passione di allevare giovani calciatori. Per lui, in tutto, 31 anni di militanza in biancorosso: un record.

https://www.mondadoristore.it/Monza-Destinazione-Serie-A-Giulio-Artesani-Stefano-Peduzzi/eai978883616114/

Sempre dal libro -Monza destinazione serie A-, che racconta 110 anni di storia biancorossa anche nella voce di 110 protagonisti (Diarkos edizioni, acquistabile on-line oltre che nelle principali librerie di Monza) estrapoliamo qualche passo dell’intervista al “Saio”:

Il momento più bello della tua carriera da giocatore in biancorosso? 

“Sicuramente due momenti particolari: il primo anno in cui c’era Frosio, quando abbiamo vinto campionato e coppa con una squadra di ragazzi, alcuni dei quali hanno poi avuto un grande futuro e poi i due anni con Boldini, specialmente il primo, con giocatori non di elevata qualità ma con un rendimento strepitoso” 

Fu Giorgis a farlo esordire

Te lo ricordi il tuo esordio in prima squadra?

“Sì, Monza-Pescara 0-0, febbraio 1981. Una partita noiosissima…” (fu sostituito da Acanfora al termine del p.t., n.d.r.)

E il tuo primo gol? 

“Ah… ho fatto anche qualche gol…? Ah si, Monza- Piacenza 2-0, dopo due minuti con un tiro di sinistro da fuori area”.

Hai avuto la possibilità di fare il grande salto, qualche squadra in serie A ti aveva cercato... Rimpianti? 

“Il record di presenze con la maglia biancorossa ha mitigato il fatto di non aver mai giocato in A. Potevo andare al Napoli e al Piacenza ma poi non se n’è fatto nulla, sicuramente avevo dei limiti. Ho chiuso la carriera alla Pro Sesto, ma non lo considero certo un tradimento: la vera rivalità per i monzesi è con il Como”.

Qual è il compagno più forte con cui ha giocato?

12 ottobre 1997 i capitani Saini e Villa e l'arbitro Preschern
12 ottobre 1997 i capitani Saini e Villa e l'arbitro Preschern

“Sul piano tecnico Stroppa, parla la sua carriera; il più incisivo Francioso, arrivò a stagione iniziata e le sue reti ci permisero di mantenere la Serie cadetta”.

Cos’è per te il Monza? 

“Mi viene da dire che è stata una seconda casa. Una seconda famiglia. Mia moglie mi correggerebbe però: a volte è stata la prima...”. 

Il tuo augurio ai tifosi? 

“Anche adesso che il sogno si è avverato faccio sempre un appello alla pazienza e all’umiltà: nessuno ha la bacchetta magica. Stiamo compatti attorno alla società, manteniamo sereno l’ambiente e tifiamo sempre in modo sportivo”.

Auguri Saio, e grazie per quello che hai fatto. Giulio Artesani