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sicurezza urbana

Una sorpresa inaspettata ha accolto i residenti di via Ponchielli a Monza in una normale mattina di marzo. Uscendo di casa per recarsi al lavoro, molti automobilisti hanno notato quello che sembrava un classico verbale sul parabrezza delle loro auto parcheggiate. L'iniziale irritazione, tipica di chiunque si trovi di fronte a una multa, si è rapidamente trasformata in stupore e poi in ilarità.

La presunta sanzione, dall'importo considerevole di 149,70 euro, non citava infatti infrazioni al codice della strada, ma accusava i conducenti di mancanze ben più profonde e filosofiche. Il documento, realizzato con una grafica sorprendentemente simile agli avvisi ufficiali della Polizia Locale, contestava ai cittadini una serie di comportamenti rappresentativi della società contemporanea.

Le accuse di superficialità nel mondo moderno

multa simpatica

Il testo della falsa contravvenzione affermava che il conducente si era reso colpevole di lasciar "marcire il proprio cervello" interessandosi ai contenuti più vacui offerti dai social media. Altre "infrazioni" includevano l'ascolto di "musica demente dei tempi odierni" e il non leggere mai "libri degni di questo nome". Particolarmente significativo il riferimento alla politica, con la nota che il trasgressore "si disinteressava alla politica dimenticandosi del fatto che la libertà è partecipazione", citando una celebre canzone di Giorgio Gaber.

La conclusione della falsa multa sintetizzava perfettamente lo spirito dell'iniziativa: "In definitiva il trasgressore è colpevole di una sorta di stanca superficialità che lo ha portato ad appiattire coscienza e senso critico facendogli vedere il mondo solo in bianco e nero ignorando tutte le sfumature che rendono questo mondo degno di essere vissuto".

Una provocazione che ha fatto sorridere i monzesi