Massimo sforzo, nessun risultato: contro l’Udinese un ko duro da digerire per il Monza (1-2)
I biancorossi producono gioco e occasioni, ma cadono ancora una volta in casa. Fatale il gol in contropiede di Bijol che decide la partita e regala la vittoria ai friulani. L’analisi tattica.
”La sfortuna non esiste. Il destino lo creiamo noi con le nostre mani e con le nostre azioni”.
Così diceva Enzo Ferrari, deus ex machina e Drake del Cavallino Rampante, uomo di carisma che guardava al concreto, abbracciando il realismo e il senso di responsabilità. Un concetto di giudizio, ripreso più volte da Cruijff e Guardiola, che ha radici lontane e risale agli antichi latini, con la celebre frase “ciascuno è artefice della propria sorte” a fungere da manifesto.
Il destino, buono o cattivo, dipende dal proprio operato e dalla capacità di rendere determinanti le qualità a disposizione, senza contemplare le debolezze altrui, ma mettendo in campo il self empowerment, con consapevolezza e fiducia in se stessi.
All'U-Power Stadium il Monza non riesce a modificare il suo destino e finisce per incassare una sconfitta dolorosa, che annienta il morale e rilascia una dose copiosa di delusione.
Ferita nell'orgoglio e svuotata nell'animo, la squadra di Nesta esce dal rettangolo verde con la testa azzerata, mentalmente a pezzi, fallendo l'ennesima opportunità di addrizzare la classifica e lanciare un segnale preciso alle dirette concorrenti per la lotta salvezza.
1-2 contro i friulani e quinto ko casalingo in 8 gare: un bottino ridottissimo per i biancorossi che inseguono la vittoria interna dallo scorso 16 marzo (campionato 2023/24, 1-0 sul Cagliari) e quei 3 punti che consentirebbero di affrontare la classifica in modo diverso, con minor peso e maggior leggerezza. Ma così non è, il cielo è grigio sopra la Brianza e il Monza, incappato di nuovo in "Una giornata balorda" (1960, regia di Mauro Bolognini), fatica a spazzare le nuvole e a vedere il sereno.
Partita stramba, condensata di momenti, occasioni, episodi, dinamica e movimentata, inchiodata sulle strategie e decisa sulle transizioni. Il Monza comanda la manovra e governa il possesso, l'Udinese si sacrifica e gioca in ripartenza, colpendo gli avversari in contropiede con cinismo e freddezza. Il team di Runjaić non si scompone e trova la quadra giusta, rispettando al meglio il meccanismo reazione-azione, con imbucate rapide e in verticale a infilare la difesa brianzola.
La formazione di Nesta, al contrario, paga la troppa frenesia nell'articolare gli attacchi - spesso liminari e caotici - e una mancanza di solidità nella struttura all’atto della perdita di palla, con errori tecnici a causare uno sbilanciamento generale e a favorire le sortite avversarie.
Possesso Monza, gol Udinese
“Le transizioni sono diventate cruciali. Quando l’avversario è organizzato difensivamente, è molto difficile segnare. Il momento in cui perde la palla, può essere l’occasione per sfruttare la possibilità di trovare qualcuno fuori posizione. Allo stesso modo, quando noi perdiamo il pallone dobbiamo reagire immediatamente… I giocatori devono imparare a leggere la partita, a capire quando pressare e quando ritornare alle loro posizioni difensive. Tutti dicono che le palle inattive facciano vincere le partite, ma io penso che siano più determinanti le transizioni”.
Le parole di Josè Mourinho, risalenti all'epoca della sua permanenza al Chelsea, intercettano un aspetto fondamentale nel calcio contemporaneo: le transizioni, ossia gli intervalli di possesso tra una squadra e l'altra che, se sfruttati correttamente, possono diventare risolutivi, come nel caso di Monza-Udinese.
Dopo lo scivolone al Bluenergy Stadium contro il Genoa, l'Udinese cerca il riscatto in trasferta. Runjaić opta per un modulo di contenimento e transizione, varando un canonico 1-4-4-2 con Lucca e Thauvin in avanti.
Nesta conferma il tradizionale 1-3-4-2-1, col rientro di Izzo in difesa e Caprari titolare accanto a Maldini e a sostegno di Djuric.
In avvio è il Monza a prendere l'iniziativa, con foga e coraggio, ma alla prima occasione l'Udinese non perdona. Lovric guadagna posizione su Bianco e recupera il possesso, coinvolgendo Lucca nella manovra. Il centravanti bianconero è abile a far uscire dalla linea Izzo e allargare il gioco su Thauvin, che a sua volta ribalta il fronte per Ekkelenkamp. Tocco arretrato dell'olandese, cross di Zemura e incornata di Lucca: i friulani stappano la gara, con la difesa monzese totalmente immobile e pietrificata e Turati non irresistibile nel piazzamento.
Il Monza va sotto ma non demorde e prova ad agguantare il pareggio, alzando il baricentro e chiamando in causa tutti gli effettivi. Una tattica convulsa che sottopone la squadra a diversi rischi, con gli ospiti pronti a giocare in transizione.
Thauvin è l'uomo chiave dello scacchiere di Runjaić , sensibile tecnicamente e certosino nel servire Lucca in profondità. All'8 minuto è proprio il 17 bianconero a firmare il raddoppio, ma il gol viene annullato per fuorigioco. Un episodio che evita la doccia gelata al Monza, tenendo viva la partita.
I biancorossi spingono sulle corsie esterne, sbloccando Carboni a sinistra e bloccando Izzo a destra, ma lo sviluppo non trova risvolti positivi in rifinitura, con tante conclusioni che terminano a lato e non impensieriscono Sava.
Ripresa arrembante, risultato penalizzante
Nella ripresa Runjaić corregge l'assetto e passa all'1-3-5-2, con Kristensen, Bijol e Giannetti centrali, Ehizibue e Zemura sulle fasce, Karlstrom in cabina di regia, Lovric ed Ekkelenkamp mezzali e la coppia d'attacco formata da Thauvin e Lucca. Una mossa studiata per avere densità e superiorità a centrocampo, limitando il raggio d’azione di Bianco e Bondo.
Al 47' il Monza timbra l'1-1 e lo fa con un'ottima azione che sfrutta i movimenti senza palla e il fraseggio in verticale per rompere i reparti friulani. L'asse Carboni-Caprari-Bianco funziona alla perfezione, col 42 biancorosso a chiamare Bijol all'uscita in marcatura e a trovare un tracciante nello spazio per Maldini. La percussione in area del classe 2001 è stoppata dalla difesa dell'Udinese ma a fiondarsi sulla seconda palla è Kyriakopoulos che, di sinistro, infila Sava.
L'1-1 rimette in discussione il match, con l'inerzia che vira totalmente a favore del Monza.
Massimo forcing della squadra di Nesta, furente e a testa bassa ma poco acuto e a tratti confuso. Prima ci prova Caprari, poi Djuric, a botta sicura di testa, esalta i riflessi di Sava, autore di un autentico miracolo.
L'Udinese non altera la sua strategia e lavora sulle ripartenze, con Thauvin che al 55' scalda i guantoni di Turati. Ma è al 70' che l'Udinese capitalizza la transizione con il gol dell'1-2.
A ridosso dell'area friulana, Maldini (la cui prova è “fuori dal coro”) fallisce la misura del passaggio per Caprari e innesca il contropiede bianconero, modulato su un triangolo largo a tutto campo che impegna Thavin, Ekkelenkamp e Bijol (la cui discesa dalle retrovie si rivela letale).
Lettura rovinosa del Monza, difesa smontata e Turati trafitto sotto le gambe: lo sloveno è cinico davanti al portiere e segna.
Nesta inserisce Mota e Birindelli per Pereira e Carboni e lancia l'1-4-2-3-1. L'Udinese blinda la difesa e protegge il risultato, il Monza si riversa in massa nella metà campo avversaria.
Al 79' i biancorossi sfiorano il 2-2, con Dany Mota che stampa il pallone sulla traversa su assist preciso di Kyriakopoulos. Una clamorosa occasione che diventa lo specchio attuale e l'immagine in negativo della stagione brianzola.
Al 96' Manganiello fischia tre volte e fa calare il sipario: Monza-Udinese finisce 1-2.
Sconfitta durissima, morale a terra
7 sconfitte, 7 pareggi, 1 vittoria. 7 punti conquistati in trasferta e 3 in casa. Numeri che racchiudono la dimensione del Monza, una squadra assemblata sul palleggio sicuro, la costruzione e la ricerca della profondità, la densità laterale a generare spazi centrali e il gioco tra le linee, ma poco concreta negli ultimi 16 metri e nell'area di rigore avversaria.
Il ko contro l'Udinese è una pugnalata non indifferente a livello psicologico e di classifica, una partita polarizzante e piena di occasioni dove il Monza ha tirato tanto ma poco nello specchio, concedendo molto e dimostrandosi vulnerabile durante le ripartenze avversarie, con un forte squilibrio, poca lucidità nella lettura delle situazioni e tante scelte sbagliate in fase di rifinitura.
Tralasciando il secondo gol di Lucca annullato per offside all'8', i bianconeri approcciano la gara con meno pressione e più attenzione, sciupando diverse chances tra primo e secondo tempo per chiudere in via anticipata la partita.
La squadra di Nesta, invece, interpreta il principio economico di Pareto al contrario, trasformando il “massimo rendimento con il minimo sforzo” in “ nessun risultato con il massimo sforzo”.
Energie nervose e atletiche, ritmo, intensità, sovraesposizione tattica: i biancorossi centrano l'atteggiamento ma risultano imprecisi sotto porta, con quel killer instinct che manca tremendamente in zona realizzativa.
Ma non solo: dopo la vittoria a Verona, il Monza ha dovuto rincorrere le partite, partendo sempre da situazioni di svantaggio e mai di vantaggio. Un problema attitudinale che continua a persistere, così come l'inadeguatezza nel riconoscere i frangenti del match e nello sferrare le stoccate decisive per ribaltarli.
E ora? Citando il titolo di un film con Meryl Streep e Alec Baldwin, il momento “È complicato”, ma non irreparabile: la classifica corta nel lato destro, con 10 squadre racchiuse 7 punti, non ammette distrazioni e lascia tutto apertissimo. L'obiettivo è resistere e combattere, smaltendo le scorie negative e invertendo al più presto la rotta.
Sul cammino del Monza ci sono tre scontri diretti nelle ultime 4 gare del girone d'andata, con la trasferta di Lecce che rappresenta uno snodo cruciale per il prosieguo della stagione.
A cura di Andrea Rurali