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Ritengo molto sensata e opportuna la considerazione già fatta da molti in queste ultime ore. Nelle prime cinque giornate di campionato il Monza ha affrontato le squadre che sono al momento al vertice della classifica. Atalanta, Napoli, Udinese, Roma e Torino occupano col Milan le prime sei posizioni della serie A. La constatazione che il calendario sia stato molto severo con i biancorossi è fuori discussione. Così come deve essere fuori discussione che queste considerazioni non possono e non devono essere ritenute un’attenuante per la formazione di Stroppa e neppure devono consentire di guardare al futuro più immediato senza preoccupazioni.

Tra cinque giorni il Monza affronterà la prima gara con un avversario di pari livello. Almeno a sul piano teorico. Perché il campo, spesso, dà riscontri diversi rispetto alle aspettative. La trasferta di Lecce sarà la cartina al tornasole del reale stato di salute (fisico, tecnico e soprattutto mentale) della squadra brianzola. E sarà lo snodo fondamentale per indirizzare la storia e le sorti del primo campionato di serie A del Monza. Se i biancorossi saranno quelli dei primi 45’ giocati con l’Atalanta, le chances di cancellare lo zero in classifica ci sono tutte. Difficile, invece, fare risultato con la mollezza e l’inconsistenza della ripresa. Proprio la gara con la squadra di Gasperini mi dà lo spunto per qualche ulteriore riflessione.

Nei primi 30’/35’ abbiamo visto un gran bel Monza. Tonico, determinato ed in evidente crescita rispetto alle prestazioni precedenti. Grazie anche alla presenza di Nicolò Rovella, per il quale è bastata una gara per comprendere che l’ex juventino è senza dubbio il play che mancava al Monza e, per quello visto in campo ad oggi, il miglior acquisto tra i molti nuovi arrivati. Perché, diciamocelo senza peli sulla lingua, finora tra infortuni (Pessina, Marlon, Pablo Marì e lo sfortunato Andrea Ranocchia) e mancanza di condizione (Petagna, Caprari e qualcun altro) gli indubbi sforzi societari hanno portato ad un organico molto abbondante (fin troppo) e con tante scelte per chi sta in panchina, ma la cui qualità deve ancora manifestarsi o è stata sovrastimata. Un organico a cui, mi sento di rimarcare, manca sempre un centrocampista fisico e di interdizione, di cui si sente la necessità in certe circostanze e che sarebbe stato molto utile per rompere il ritmo imposto dall’Atalanta nel secondo tempo.

Forse condizionato dalla mancanza di questa opzione, Stroppa ha ammesso di aver fatto cambi tardivi e, a mio avviso, qualcuno anche inutile per scelta e perché effettuato ad una manciata di minuti dalla fine. Non sono mai stato a Coverciano e non ho alcun titolo per poter dare consigli e suggerimenti tattici, men che meno a chi, come il tecnico del Monza, è ferreo nelle sue convinzioni. Ma continuo a pensare che, in questo momento di grande difficoltà soprattutto mentale, un modulo tattico con quattro difensori consenta di giocare un calcio più semplice ed essenziale.    Paolo Corbetta