Balotelli e il bullismo: quella volta che SuperMario impartì una bella lezione...

Un 20enne Balotelli al Manchester esempio contro il bullismo

Siamo nel 2010, quando SuperMario vestiva la maglia del Manchester City, dopo l'esperienza all'Inter. 

Allora 20enne, l'ex attaccante del Monza finisce l'allenamento a metà mattina e si allontana dal campo. Proprio in quel momento gli si avvicina un ragazzino, con la sua mamma. È emozionato e gli chiede un autografo. Mario, che accetta di buon grado, si pone però una domanda: «Ma perché a quest'ora non sei a scuola?».

La mamma risponde in modo vago: «Ha un po' di problemi». Il ragazzino, invece, è più diretto: «Non ci voglio più andare. C'è un mio compagno che mi picchia. Non mi piace quel posto». 

Mario a quel punto li fa salire, stupiti, in auto con lui e li porta all'istituto, dove chiede di vedere la preside. «Mi perdoni, vorrei che ascoltasse la vicenda di questo bambino». La preside è confusa. Per il racconto e per chi glielo presenta: d'altronde Balotelli, ai tempi, è già un cosiddetto ‘Bad Boy’. Eppure le chiede: «Le spiace se parlo con il compagno? Io faccio fatica a sopportare certe cose. Da sempre».

Balotelli si confronta col bullo

La preside chiama il bullo e lo lascia in una stanza con Balotelli per un po'. Non si sa quello che si dicono. Si sa che il ragazzino aggressivo va dal bambino aggredito. Abbassa lo sguardo e si scusa, chiedendo al compagno di tornare a scuola. E questi a scuola decide di tornare.

Balotelli avrebbe voluto abbracciarli. Poi ha deciso che sarebbe andata bene così. Ha rimesso su la sua espressione da «vedi di lasciarmi stare» ed è tornato al campo.

I giornalisti gli hanno urlato di raccontare la vicenda. Ma lui ha detto solo di no.

Non solo ‘Bad Boy’. Non solo balotellate. In SuperMario c'è di più.

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