Monza poco incisivo, Genoa cinico: tracce di un'amara sconfitta da smaltire col lavoro (0-1)
I biancorossi steccano la prima in casa in stagione e perdono di misura contro il Genoa. Partita da 0-0, fatali gli errori dei biancorossi e il poco coraggio nel cercare la giocata vincente. L’analisi del match.
"Il pregiudizio si vince con le idee". Parole di Arrigo Sacchi, l'uomo della rivoluzione calcistica in Italia, il Profeta di Fusignano arrivato dal Parma al Milan di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani tra scetticismo mediatico e diffidenza preliminare. Il resto è storia, una carriera straordinaria, di successi e trionfi, che non ha bisogno di essere puntellata con ulteriori aggettivi.
Anche Raffaele Palladino nel settembre 2022 dovette affrontare una situazione simile: la sua investitura come tecnico della prima squadra dopo l'esonero di Giovanni Stroppa fu accolta con un profluvio di dicerie tanto gratuite da essere masticate con l'esclusivo vincolo di dar fiato alla bocca.
Last but not least, Alessandro Nesta, approdato alla corte della Regina Teodolina per scelta di Galliani e della dirigenza brianzola con la spada di Damocle posta sul capo da una frangia inacidita di scettici.
Ben Jonson, drammaturgo britannico e personaggio più popolare della letteratura elisabettiana, diceva: “Alle calunnie si risponde meglio con il silenzio”.
Silenzio, la miglior replica da dare ai professori senza diploma, laureati al bar dello sport e affetti, involontariamente, dalla sindrome del nichilismo kantiano (o dal pessimismo leopardiano come sottolinea Paolo Corbetta nel suo editoriale).
Silenzio, una reazione intelligente da abbinare al lavoro per rispondere alle sconfitte. Esattamente come il Monza di Alessandro Nesta, caduto all'esordio stagionale in campionato all'U-Power Stadium per mano del Genoa di Alberto Gilardino.
Testa bassa e pedalare: dal mantra di Antonio Conte emerge un monito di perseveranza per affrontare alle sfide, superare gli ostacoli con il duro allenamento e la pratica sul campo.
Nesta lo sa bene e lo sa anche il Monza, sconfitto di misura dal Grifone al termine di una partita da 0-0 annunciato, come il risultato perfetto secondo Gianni Brera, luminare del giornalismo e tifoso del Vecchio Balordo.
Da “Quasi amici” a “Amici e nemici”: la sfida tra Nesta e Gilardino, ex compagni di squadra al Milan e campioni del mondo nel 2006 con la maglia azzurra, si consuma a colpi di cinema, a metà fra il titolo del film di Nakache e Toledano e quello di Cosmatos.
Una gara tutt'altro che spettacolare, molto equilibrata e condizionata dal tatticismo delle due formazioni, il cui risultato più corretto sarebbe stato il pareggio.
Gara alla pari, gioco tra le linee
Nesta conferma il 3-4-2-1 di Empoli con Dany Mota al posto di Vignato, Gilardino opta per il suo tradizionale 3-5-2 con le mezzali a fungere da fisarmonica nel controllo delle due fasi. Cruciale il ruolo di Messias, perno tattico della squadra, chiamato a supportare le due punte alzandosi sulla trequarti. È suo il primo squillo del match, con una percussione centrale e una fucilata dalla distanza che non esce di molto.
Il Monza naviga attorno a Daniel Maldini, uomo di raccordo e strappo, anello tattico fra i reparti e il più cercato dai compagni. Dai suoi piedi transitano tutte le azioni brianzole: il classe 2001 si smarca con frequenza, scende sul cerchio di centrocampo a legare il gioco e ad avviare i movimenti dei compagni, con Bondo spesso proiettato ad attaccare lo spazio alto a sinistra. Il terzetto difensivo costruisce da dietro insieme ai due mediani, Maldini guida la conduzione palla al piede con break frontali a cogliere di sorpresa gli avversari. Al 22' i biancorossi avviano una buona combinazione, con Maldini che si appoggia su Petagna per poi catturare il rimpallo e fiondarsi verso la porta di Gollini, concludendo però tra le braccia del portiere.
Il Genoa arma un pressing energico e costringe il Monza a ripartire dal basso, con una squadra proattiva in fase di non possesso e concreta nella gestione della palla.
I biancorossi incrementano i giri del motore nell'ultimo atto del primo tempo e in pieno recupero vanno in vantaggio con Maldini, ma la rete viene annullata per fuorigioco di rientro di Petagna. Gol non convalidato, gol subito: la dura legge del calcio si consuma nel successivo rovesciamento di fronte, a una manciata di secondi dall'intervallo, col Genoa a passa avanti. All'altezza della bandierina di sinistra e pressato da Vitinha, Pessina sceglie di non spazzare lungo e giocare una palla corta per Maldini, ma la linea di passaggio è intasata dalle due maglie genoane. L'errore in disimpegno del capitano brianzolo è facile preda di Sabelli che di prima intenzione crossa nel mezzo per Pinamonti, stretto fra due difensori del Monza. Transizione offensiva e attacco diretto della porta: il centravanti ex Sassuolo stacca di testa, bruciando sul tempo Izzo e Caldirola, e con una frustata-lampo trafigge Pizzignacco. Monza-Genoa 0-1.
Tanto possesso del Monza, pochi tiri
Nella ripresa il Monza prova in tutti i modi ad agguantare il pareggio, ma il Genoa si compatta dietro la linea del pallone per proteggere il vantaggio. Nesta predica ordine e tranquillità, velocizzando lo sviluppo e intensificando la circolazione, da destra a sinistra (e viceversa), con l'indicazione di servire con più frequenza gli esterni e le due sotto punte, molto mobili in campo, per sfruttare i cross laterali insediando l'area avversaria con tanti uomini. Il cronometro scorre e i biancorossi calano progressivamente il ritmo, poco sostenuto per impensierire la retroguardia rossoblu, con centrocampisti e attaccanti a trincerarsi in difesa con un aggressione bassa sui portatori di palla del Monza.
Azioni ridotte, poche chance pulite, tanti duelli e seconde palle ripulite dai rossoblu. Gilardino comanda al suo team un gioco di contenimento e ripartenza, con transizioni rapide a risalire il campo e ad attaccare la porta brianzola per trovare lo 0-2.
Petagna sciupa in area una buona occasione, concludendo sull'esterno della rete, Thorsby spreca una clamorosa chance a pochi passi da Pizzignacco, quasi mai impensierito dai genoani.
Inseriti nel secondo tempo, Caprari e Vignato approcciano il match con positività, facendo valere le loro caratteristiche migliori - qualità tecnica e dribbling nello stretto - ma i loro tentativi non sortiscono gli effetti sperati. Al 79' il fantasista biancorosso disegna uno spiovente morbido a rientrare e colpisce il palo, con Gollini cattura fortuitamente la palla.
All'83' il Monza costruisce l'opportunità più nitida del match, con un'iniziativa individuale di Kyriakopoulos. Il greco si mette improprio e, a difesa schierata del Genoa, finta il cross per poi tagliare internamente saltando due uomini e arrivando a concludere col piede debole dal limite dell'area. Il suo tiro è centrale e viene prontamente respinto da Gollini.
Dopo 8 minuti di recupero, Mariani fischia tre volte e decreta la fine: Monza-Genoa termina 0-1.
Sconfitta amara, Monza cantiere aperto
Un punto raccolto in due gare e prima sconfitta della stagione per i biancorossi, ancora a secco in attacco dopo tre gare ufficiali.
La squadra di Nesta fa un passo avanti rispetto alla trasferta di Empoli, beneficia delle condizioni ottimali del terreno, ma fatica a rendersi pericolosa assemblando una fase offensiva poco pungente.
Partita alla pari tra le due squadre, con un Genoa cinico ad approfittare dell'errore di Pessina e a punire i biancorossi con Pinamonti.
Trame orizzontali e prevedibili, una costruzione dal basso che genera uno sviluppo inadeguato e una rifinitura inefficace, poca propensione a orientare l'attacco in verticale e ad aumentare il ritmo, gioco trattenuto e una ricerca azzerata dell'uno contro uno per raggiungere la superiorità numerica: un serbatoio di situazioni da migliorare per i brianzoli, affinando le intese e i meccanismi, consolidando l'equilibrio difensivo e inserendo una buona dose di personalità nell'amministrare la palla nella metà campo avversaria.
Il Monza è un cantiere ancora aperto, non solo a livello di organico, con elementi da aggiungere nel roster, ma anche a livello di struttura e gioco, con una squadra d'imprinting palladiniano che deve compiere lo switch definitivo per riprodurre i principi di Nesta e esprimerli in campo all'interno di una proposta aggressiva, verticale e bilanciata.
L'idea di Nesta è chiara: avere una buona uscita di palla, tenere una pressione alta e cercare il terzo uomo per liberare in ampiezza e profondità le linee di passaggio ostruite, con rotazioni a preservare le posizioni e garantire le funzioni dei giocatori consegnando la sfera agli attaccanti nella maniera più pulita possibile. Concetti molto diffusi e comuni nel calcio post-contemporaneo, con l'antesignano Guardiola a impiantare le radici teoriche e modellare un credo, che rappresentano la base per ottenere i risultati attraverso il gioco.
Ma il calcio, come sostiene Galliani, non è una scienza esatta e talvolta bisogna essere abili a riconoscere i momenti e leggere tempestivamente le partite, rintracciando la strategia giusta per spezzare la tattica altrui e esprimere la propria cifra secondo nuove condizioni.
Allenare le situazioni per controllarle e non farsi cogliere impreparati, reagire con rapidità al cambio di possesso per regolare le transizioni, positive e negative e le due fasi, difensive e offensive, blocchi compatti e concentrazione elevata: il cammino dei biancorossi è tutt'altro che semplice, forse il più complesso nei tre anni di Serie A, ma è necessario restare lucidi e fare uno step a livello mentale per produrre il gioco di Nesta e raccoglierne i frutti.
Il tempo è tiranno e conquistare punti diventa fondamentale, perché "nel calcio - come ribadisce Allegri - contano i risultati e il Monza ha necessità di conseguirli per raggiungere una salvezza (si spera) tranquilla. Un obiettivo alla portata del club, atteso a una prova d'orgoglio contro la Fiorentina dell'ex Palladino, allenatore che ha lasciato il segno in Brianza nell'ultimo biennio. Passato e presente biancorossi si incrociano al Franchi domenica 1° settembre alle 18.30: in palio per il Monza non c'è solo la vittoria, ma la voglia di affermarsi e lanciare un segnale ad ambiente e tifosi. Una scossa per cambiare passo e far esplodere finalmente la stagione.
A cura di Andrea Rurali