L'analisi di Stefano Masi - Un Monza rivoluzionato cade rovinosamente a Salerno
La sconfitta di ieri del Monza a Salerno riecheggia ancora nell’aria, una caduta che fa male. Non tanto per l’avversario o per la classifica, i biancorossi rimangono saldamente all’undicesimo posto, e si confermano la migliore delle neopromosse. La Salernitana era una squadra ferita ma non morta, l’arrivo di Paulo Sousa, non un allenatore qualunque, ha dato grande slancio all’ambiente. La sconfitta di Salerno mette in chiaro, se davvero fosse necessario, che il Monza non è ancora pronto a certi traguardi.
Palladino per la trasferta all’Arechi deve rinunciare a tre giocatori causa squalifica: Birindelli, Marlon e Rovella. Con quest’ultimo che ha subito un infortunio alla caviglia in allenamento, si prospetta almeno un mese di assenza. Solito modulo: 3-4-2-1 con Caldirola al posto di Marlon, Sensi per Rovella ed il ritorno di Carlos Augusto che si riprende la fascia di competenza, quella mancina.
Nonostante le tre assenze imposte dalle diffide, Palladino cambia molto: tra i pali finisce Cragno e non Di Gregorio, tra i due mediani e i tre d’attacco vengono confermarti solo Caprari e Pessina. La coppia di centrocampo è composta da Sensi e Machin, qualità sì, tuttavia poca gamba. Il capitano viene alzato a trequarti insieme a Caprari, il faro del modulo di Palladino torna ad essere Gytkjaer, fuori Petagna.
Tanti (troppi?) cambi
Rimaneggiare così tanto una squadra non è mai cosa buona, dirlo con il senno di poi è più facile, questo è vero. Tuttavia a noi spetta il compito di scrivere ciò che vediamo. Cragno non ha particolari colpe dal punto di vista tecnico, l’errore sulla rete del 3 a 0 è parziale. Il portieri ex Cagliari però è protagonista di un’uscita su palla da fermo che stende quattro giocatori, lui compreso. Su quella punizione non c’era bisogno di inventarsi un intervento del genere. Cragno aveva detto di aver voglia di giocare, ecco la troppa foga non è mai una buona consigliera. Soprattutto in un ruolo delicato come quello del portiere. Di Gregorio aveva dato tante certezze, sostituirlo non era necessario. Il risultato non sarebbe cambiato probabilmente, ma la fiducia tra difensori e portiere va costruita. La solidità con la quale il Milan ha giocato ieri contro l’Atalanta, con il rientro di Maignan, non è casuale. Giusto per fare un esempio.
Anche l’esclusione di Petagna, in crescita nelle ultime partite, non è facile da comprendere. La sfida dell’Arechi era importante, non fondamentale, però pesava molto nel campionato biancorosso. Più che per ambire a traguardi superiori, per mantenere una distanza di sicurezza dalla zona rossa. Si trattava di un primo “match point” per uscire dalla lotta per la retrocessione. I granata, domenica alle 14 si trovavano ad otto punti di distacco, sarebbero potuti diventare undici. Invece, alle 17 i punti di differenza erano cinque.
Primo tempo
Nel primo tempo, nonostante i tanti cambi il Monza regge l’urto, complice anche la poca precisione dei padroni di casa in un paio di situazioni. I biancorossi sprecano una grandissima occasione con Ciurria che di testa, da pochi passi, colpisce Ochoa. Il Monza non ha ancora segnato di testa in questo campionato, e dovrà aspettare ancora. E’ a centrocampo che si registrano le principali difficoltà, l’assenza di un uomo “box to box” come Rovella fa perdere metri alla squadra. Nella fase di ripiegamento manca sempre un centrocampista in grado di fare filtro.
Secondo tempo
I cambi ad inizio secondo tempo sono fatti per avere qualcosa in più in attacco, in termini di rapidità, dentro Dany Mota per Gytkjaer. L’ingresso di Donati per Sensi sposta ancora molto gli equilibri del Monza: Ciurria si alza sulla trequarti, Pessina scende accanto a Machin e Donati occupa la fascia destra. La Salernitana riparte con il piede schiacciato sull’acceleratore, il vantaggio è solo questione di tempo e precisione. Il tutto si allinea al quinto minuto quando Coulibaly alza un pallone verso Piatek che regge l’impatto con Pablo Mari e spizza per Candreva. Dentro l’area l’ex Inter e Lazio viene raddoppiato da Izzo e Donati, scarica su un solitario Coulibaly, che pesca un tiro preciso ed imprendibile. La reazione del Monza arriva con Carlos Augusto lanciato in profondità, il brasiliano mette in mezzo per Dany Mota che non riesce a spingere la palla in rete. E’ l’unico guizzo di reazione dei biancorossi. Il Monza prova a passare alla difesa a quattro ma il risultato non cambia, la seconda rete della Salernitana arriva da un altro ribaltamento di fronte, con i giocatori di Palladino ancora intenti a registrare le nuove posizioni. Coulibaly inizia ancora una volta l’azione lanciando Bradaric, l’esterno cerca di mettere il pallone in mezzo. Sulla ribattuta arriva Kastanos che dal limite dell’area, da solo, non sbaglia. Il fatto che Kastanos fosse solo fa capire che il centrocampo del Monza sia sempre stato in ritardo nei ripiegamenti difensivi. La terza ed ultima rete la segna Candreva dopo una palla persa da Carlos Augusto. I biancorossi erano ormai fermi sulle gambe e il brasiliano non sapendo dove giocare la palla finisce per perderla.
Sabato alle 15 all’U-Power Stadium arriva l’Empoli, i biancorossi dovranno riscattare la brutta prestazione di Salerno. Con l’obiettivo di cogliere anche la prima vittoria in casa del 2023.
Stefano Masi