Non sono certo i tifosi ad aver abbandonato il Monza...
Il punto di Paolo Corbetta dopo la sconfitta contro il Napoli

Contro il Napoli un Monza dignitoso
Comunque, non è la gara contro la formazione di Conte quella su cui soffermarsi e rammaricarsi per la stagione ormai compromessa che si sta per concludere. Preferisco soffermarmi su altro, come su quel continuo silenzio che arriva da Monzello. Va bene tutto, va bene comprendere che nessuno abbia voglia di parlare in una tale situazione. Ma chi ha un ruolo importante, proprietà e vertice societario, non può pensare che chi ama i colori biancorossi, chi ha sottoscritto gli abbonamenti, chi è presente anche nelle trasferte più scomode accetti supinamente tale silenzio. Nessuno vuole parlare? Va bene, ma nessuno osi poi dire, direttamente o tramite malcelati ambasciatori, che i tifosi si stanno allontanando dal Monza. Perché, casomai, è proprio il Monza che si sta allontanando da tutto e da tutti. E non per una retrocessione, che, ci mancherebbe, ci può stare; ma per il modo assurdo, irrazionale e strampalato in cui questa si è ormai concretizzata.
Il confronto tra i primi sei anni Fininvest e gli ultimi mesi
Ripensare oggi ai primi sei anni dell’era Fininvest e confrontarli con gli ultimi otto/dieci mesi fa male, molto male. A parte i brillanti risultati sul campo, abbiamo assistito fino a poco tempo fa a ingenti investimenti sulle strutture dello stadio e di Monzello. Strutture che resteranno e per le quali ringrazieremo sempre quella Fininvest e Silvio Berlusconi. Il patron di Arcore è poi scomparso nel giugno di due anni fa, ma nella stagione sportiva successiva non si era tirata la cinghia come invece accaduto in quella in corso. Possibile che ci fosse una disposizione testamentaria che stabilisse che l’asset Monza non dovesse essere ridimensionato se non passato un anno.
La volontà di bloccare tutto d’un tratto ogni finanziamento da parte di chi guida oggi Fininvest è dunque strana ancorché comprensibile, considerati i numeri del bilancio al 31/12/24 pubblicati nei giorni scorsi dalla testata online Calcio & Finanza. Numeri decisamente preoccupanti, con il costo del personale (ingaggi di calciatori e tecnici, di dipendenti e collaboratori) quasi pari al totale ricavi. E con una perdita d’esercizio di circa 50 milioni di Euro, oltre che con una liquidità di cassa a fine esercizio incredibilmente bassa, pari a 350 mila Euro. Da cui la necessità di introitare denaro fresco per arrivare a fine stagione con le illustri cessioni di gennaio scorso.
Chissà se le cose sono andate davvero così, io ne sono convinto. Nessuno dice nulla, il che non significa che valga il detto che chi tace acconsente. Perché il silenzio è stato chiaramente deciso e imposto, forse non necessariamente con l’accordo di tutti. Ma è un silenzio che fa male e che non lascia presagire nulla di buono. Peccato, perché retrocedere virtualmente ad inizio primavera dà ottime chances di costruire la stagione successiva con ampio margine di manovra. Scegliendo gli uomini giusti, in primis un direttore sportivo senza il quale (vedi Milan) non si va da nessuna parte. Ma qui, tutto tace. E l’immobilismo pare l’unica certezza. Paolo Corbetta
Martedì prossimo torna Monza una città da serie A
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