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Un'alleanza senza precedenti ha visto fianco a fianco volti storici della politica monzese: l'ex sindaco Roberto Scanagatti, artefice dell'iter iniziale del progetto, il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo, l'assessora alla Mobilità Irene Zappalà e una folta rappresentanza bipartisan. Il corteo, partito da piazza Trento e Trieste, ha attraversato il cuore della città lanciando un messaggio inequivocabile: Monza vuole la sua metropolitana, completa e senza compromessi.

L'imperativo della città

La voce di Isabella Tavazzi dell'associazione Hq Monza ha tuonato chiara: la metropolitana deve raggiungere il nord della città, non ci sono alternative accettabili. In gioco c'è la possibilità di intercettare 70mila veicoli provenienti da est, di liberare Monza dal traffico di attraversamento e di combattere concretamente l'inquinamento che affligge una delle aree più inquinate d'Europa.

Il dibattito si accende

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Mentre la maggioranza chiede compatta tutte le sette fermate, l'assessore al Commercio Carlo Abbà ha lanciato una proposta dirompente: rinunciare alla fermata di piazza Trento e Trieste. Una visione pragmatica, basata sulla vicinanza della stazione ferroviaria e sui costi elevati dovuti alla profondità dello scavo. La sua è una voce fuori dal coro che apre nuovi scenari nel dibattito.

La posta in gioco

L'infrastruttura rappresenta una svolta epocale per Monza: collegherebbe poli strategici come la Villa Reale, il Parco, l'ospedale universitario e il polo istituzionale. La consigliera regionale Martina Sassoli ha lanciato un monito: le divisioni rischiano di far deragliare il progetto. La partita decisiva si giocherà nell'imminente vertice tra i sindaci, dove Monza dovrà far valere con forza le proprie ragioni.