Michele Magrin: dall'amore per la musica alla creazione dell'inno del Monza, passando per la sua esperienza in Brianza
Se dovessimo provare a descrivere la musica potremmo tranquillamente dire che è il sottofondo delle nostre vite. Nel calcio abbiamo molte dimostrazioni di come la musica sia un valore aggiunto, e fondamentale, nel vivere ogni partita. Basti pensare che ogni squadra ha una sua canzone predefinita quando i giocatori entrano in campo a fare riscaldamento, oppure semplicemente ai cori che vengono cantati dalle curve di tutta Italia a sostegno dei propri beniamini. La musica assume però un valore ancora più rappresentativo quando si parla dell'inno ufficiale di una squadra. L'inno è senso di appartenenza, tradizione e voglia di urlare al mondo la propria passione. Ecco perché oggi siamo qui a parlarvi di un ragazzo con cui abbiamo avuto il piacere, e l'onore, di scambiare quattro chiacchiere. Si tratta di Michele Magrin, autore e cantante dell'inno biancorosso "Monza Alè" nonché ex giocatore del Monza.
Cominciamo con il ringraziare lo stesso Michele per la disponibilità e la simpatia che ci ha permesso di fare con lui una piacevolissima chiacchierata. Abbiamo toccato numerosi temi che qui di seguito vi racconteremo. Partiamo dall'inno Monza Alé, canzone incisa circa 15 anni fa quando lo stesso Michele iniziava la sua carriera da professionista proprio con la maglia biancorossa. Citando testualmente le sue parole: "Io non faccio niente su richiesta, quando ho scritto il testo, per poi produrre in studio la canzone, ho sentito di farlo dal cuore". E proprio dal cuore è uscita una canzone che tutti noi cantiamo prima delle partite casalinghe del Monza. Un inno che ha il potere di caricare in pochi minuti un intero stadio, una canzone riuscita alla grande che racconta al meglio la voglia di lottare di un'intera città. Non a caso nel testo troviamo la seguente frase, che come Michele ci ha confermato prende ispirazione dallo stemma della squadra: "e se il fioretto non può bastare, fuori la spada per sognare". Ok le finezze, ok la tecnica e le giocate spettacolari, quando serve però bisogna saper buttare il cuore oltre l'ostacolo con grinta e voglia di combattere. Nella voce di Michele abbiamo sentito un certo orgoglio e la sua risposta è stata abbastanza indicativa in merito: "Mi fa molto piacere sapere che la mia canzone piaccia, l'ho scritta immaginando di essere in curva a cantare e saltare insieme a tante altre persone e il fatto che abbia trovato spazio nel cuore di così tante persone non può che rendermi felice e orgoglioso".
Ci ha colpito il fatto che un ragazzo all'epoca giovanissimo, alla sua prima esperienza da calciatore professionista, abbia avuto anche la capacità di produrre e cantare un inno che ancora oggi risuona all'U-Power Stadium. D'altronde il talento è talento sia in campo che fuori, Michele accumunava la capacità di trattare la palla con dolcezza alla capacità di scrivere, cantare e produrre canzoni che reputiamo molto ben riuscite, alcune le potete trovare a questo link: Michele Magrin - YouTube.
Detto dell'inno, l'esperienza in Brianza ha fatto crescere sotto tanti punti di vista un ragazzo che fin da giovane ha vissuto con il pallone sempre in testa viste le esperienze del padre che, tra le altre, ha giocato 2 stagioni alla Juventus. Ci ha raccontato un aneddoto molto divertente sulla sua esperienza al Monza: "In una partita casalinga contro il Sassuolo mi trovai solo davanti al portiere ma invece che cercare di segnare decisi di fare un assist di tacco a Robbiati che finalizzò senza problemi a porta vuota, la cosa divertente fu che Espinal mi venne incontro chiedendomi per quale motivo non avessi voluto segnare...il motivo è che spesso e volentieri mi esaltavo di più a servire un assist ad un compagno piuttosto che a cercare il gol".
Arrivato in prestito dall'Atalanta, Michele fu fermato subito da un infortunio alla caviglia che gli tolse la possibilità di guadagnarsi fin da subito una maglia da titolare con il mister Sala in panchina. In quella stagione arrivò comunque la grande gioia della promozione dall C2 alla C1. Nella stagione successiva Michele trovò più spazio soprattutto verso la fine del campionato quando nelle ultime 4 partite giocò sempre dall'inizio alla fine. In quella stagione il Monza si giocò la finale playoff per la promozione in Serie B contro il Genoa. Ecco il ricordo di Michele: "Certe partite mi sono accorto che è meglio viverle da giovanissimo piuttosto che da veterano, si ha più leggerezza e voglia di dimostrare a tutti il proprio valore con la consapevolezza di avere davanti una lunga carriera". "Fu incredibile sia vedere il Brianteo così pieno e sia passare tra le vie di Genova con il pullman per raggiungere il Marassi e vedere bandiere e sciarpe del Genoa appese ovunque, si respirava proprio aria di finale".
Due stagioni importanti, tante battaglie e tantissime emozioni vissute. Il Monza ha fatto breccia nel cuore di Michele che a sua volta ha ricambiato rimanendo nel cuore di tanti tifosi biancorossi per la sua professionalità e per la sua tecnica che metteva in mostra sul terreno di gioco. La sua carriera è poi continuata vestendo la maglia di tante squadre diverse tra cui due esperienze molto importanti con la maglia del Seregno (113 presenze e 13 gol) e della Pro Vercelli (73 e 1). A seguire troviamo Pro Sesto (23), Caravaggio (26 e 3), Sporting Bellinzago (26 e 3), Virtus Bergamo (33 e 1), Crema (23 e 1) e US Breno (23 e 1).
Michele Magrin ci ha concesso il suo tempo con simpatia e voglia di esprimere le proprie emozioni vissute con la maglia del Monza, per questo cogliamo ancora l'occasione per ringraziarlo e augurargli il meglio per il futuro. Un futuro tra musica, con tante canzoni scritte e il sogno di produrne il più possibile per farle conoscere al pubblico, e calcio visto che qualche anno fa ha conseguito il Patentino Allenatore UEFA B della F.I.G.C..