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Pier Silvio e Marina Berlusconi non hanno gradito uno dei passaggi centrali del comunicato congiunto firmato da Meloni e Trump: l’impegno dell’Italia a garantire “un ambiente non discriminatorio in termini di tassazione dei servizi digitali”.
Una posizione che allontana l’Italia dalle politiche europee contro i colossi del web e che rischia di penalizzare chi, come Mediaset, opera nei media tradizionali e soffre già la concorrenza sleale nella raccolta pubblicitaria. La web tax italiana, con un’aliquota del 3%, garantisce un gettito di 400 milioni: modificarla significherebbe offrire campo libero a Google, Amazon, Facebook e Apple.

I precedenti scontri sull’argomento

Già nell’ultima legge di Bilancio, Forza Italia aveva bloccato un tentativo del ministro Giorgetti di riformare la web tax per venire incontro agli americani. Ora, però, il nuovo corso impresso dalla premier ha riacceso i malumori, in particolare tra i vertici del Biscione.
A parlare, del resto, erano già stati i diretti interessati: “È arrivato il momento di regole più giuste per tutti”, aveva dichiarato Pier Silvio Berlusconi lo scorso febbraio. Ancora più netta Marina: “C’è un problema di concorrenza sleale grande come una casa”.

Timori per Starlink e le mosse di Musk

Altro fronte critico: il rapporto tra il governo italiano e Elon Musk. Il fondatore di Tesla ha salutato Meloni a Washington e nel comunicato finale si parla apertamente di cooperazione tecnologica nello spazio. Il riferimento è a Starlink, il sistema satellitare low orbit sostenuto dagli Stati Uniti.
Un investimento da 1,5 miliardi è attualmente in stand-by in Italia, ma Fratelli d’Italia ha accelerato su un disegno di legge che lo renderebbe più concreto. Una prospettiva che i Berlusconi non vedono di buon occhio, dato che i canali Mediaset si appoggiano ancora alla flotta Hot Bird di Eutelsat, il consorzio europeo concorrente di Starlink.

Gli emendamenti di Forza Italia

Non è un caso che Forza Italia, con il senatore Roberto Rosso, abbia presentato emendamenti per modificare il ddl sullo Spazio. Tra le proposte, l’introduzione di una “riserva di capacità trasmissiva” per operatori europei e Nato e la tutela delle aziende italiane del settore, a cui sarà garantito “il contraddittorio” sugli investimenti strategici.
Segnali chiari che confermano una crescente frizione tra l’ala berlusconiana del centrodestra e la linea politica di Giorgia Meloni, sempre più proiettata verso gli interessi americani.

Marina Berlusconi e Giorgia Meloni

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