El Flaco y la pelota: il talento mancino di Andrea Colpani
Mancino elegante, un 28 sulla maglia che vale 10 e un talento ancora da esplorare. Andrea Colpani, trequartista dell'AC Monza, compie 25 anni.
La notte prima di tornare a Barcellona, Pau Donés si trovava in un locale di Malecon a Cuba insieme al suo gruppo, gli Jarabe De Palo, alla ricerca di una giovane “mujera” per il videoclip del brano “El lado oscuro”.
A un certo punto vide una bellissima modella e le chiese se era disposta a fare la protagonista del video. La ragazza accettò subito la proposta. Si chiamava Alsoris Guzmán, Pau la ribattezzó “La Flaca” (la magra). I due festeggiarono tutta la notte e si addormentarono nelle stesso letto. All’alba il cantautore si svegliò vestito e, osservando Alsoris dormire, scrisse di getto una poesia sui bellissimi momenti trascorsi insieme.
In quella dozzina di minuti la vita di Donés cambiò per sempre: nacque “La Flaca”, splendido singolo estratto dall’album omonimo del 1996.
El Flaco biancorosso
Da la Flaca al Flaco il passo è più o meno breve, di circa di tre anni.
Perché nel 1999 nasce a Brescia Andrea Colpani, un ragazzo di provincia che all’età di 16 anni inizia il suo percorso nelle giovanili della Sanzenese e successivamente in quelle dell’Atalanta.
Nella Primavera della Dea l’allora capitano Riccardo Gatti lo soprannomina “El Flaco” per la somiglianza, nel fisico e nelle movenze, con l’argentino Javier Pastore.
Ritmo latino per il chico con la maglia numero 28, in onore dei genitori e della nonna nati proprio quel giorno.
28 che, dalla somma delle due cifre, diventa 10, esattamente come il numero di maglia dei predestinati, dei fuoriclasse coi piedi buoni e dei giocatori speciali, dei trequartisti che rifinisco per le punte e inventano magie a sorpresa. Come i gol contro Empoli e Napoli, due fiammate improvvise che racchiudono il senso estetico del calcio, linguaggio del corpo e sensibilità a definire la tecnica e il controllo in movimento, pensiero stupendo e rapida esecuzione.
Artista del doppio passo e del dribbling - “il gesto più poetico” del football secondo Claudio Sala - player tra le linee capace di togliere riferimenti e legare la manovra, di cambiare gioco e far esplodere il mancino, concedendosi talvolta qualche piccola licenza creativa.
Colpani e l'arte del dribbling
Jorge Valdano diceva che: “Lo specialista del dribbling è un giocatore di poker che bluffa con tutto il corpo e si gioca il pallone faccia a faccia col suo avversario: chi vince se lo porta via. Fintare vuol dire ingannare con eleganza; si dà al marcatore un'informazione sbagliata e la riuscita del gesto dipende da come e quanto lui se la beve. Il resto consiste nel mettersi d'accordo col pallone per fuggire insieme. La vittima rimane indietro col dolore dello sconfitto e l'umiliazione dell'uomo sedotto e abbandonato”.
Un rituale che Andrea Colpani conosce bene e pratica con criterio, illuminando il campo coi suoi colpi preziosi. 8 gol e 4 assist in stagione per il Flaco, un bottino generato a partire dal ritiro dello scorso anno grazie a un piano di lavoro studiato con Mister Palladino, un programma condiviso che ha consentito al ragazzo di switchare progressivamente, sia dal lato fisico sia dal lato mentale, con personalità.
El Falco y la pelota: un binomio che in Brianza ha trovato la sua dimensione consacrando un professionista educato e dal volto pulito.
“Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendolo”. Da Aristotele, una lezione che Colpani non si farà sfuggire, perché c’è sempre tempo per apprendere e migliorare, trovando quella continuità che nel calcio è la vitamina fondamentale.
Tanti auguri Andrea, buon 25esimo compleanno!
A cura di Andrea Rurali