x

x

Per consentire una più ampia partecipazione, la cerimonia di commemorazione sul luogo della tragedia e la posa della corona di alloro in memoria delle vittime sono fissate per la mattina di sabato 11 gennaio alle ore 11, alla presenza del Sindaco Paolo Pilotto, dei rappresentanti dell'Amministrazione Comunale e delle autorità cittadine.

Il ritrovo sarà presso il controviale di viale Libertà, all'altezza del sovrappasso ferroviario in direzione centro.

La tragedia dimenticata del treno operaio

Il 5 gennaio 1960, poco dopo le 8 del mattino, la vita si fermò per molti sul diretto 341, partito da Sondrio alle prime luci dell’alba e diretto a Milano. Era noto come il “treno operaio”: un simbolo di fatica e dedizione per gli 800 pendolari che ogni giorno si recavano al lavoro, molti nelle fabbriche di Sesto San Giovanni, la “Stalingrado d’Italia”. 

Quel giorno, però, il viaggio si concluse tragicamente a Monza: all’improvviso, un boato, il treno deragliò nei pressi del cavalcavia di viale Libertà, cadendo da otto metri e schiantandosi contro un capannone industriale. Le carrozze si accartocciarono, le vite dei passeggeri si infransero.

L’incidente provocò 17 morti e oltre 100 feriti, rendendolo il peggior disastro ferroviario della Lombardia: la scena che si presentò ai soccorritori fu devastante. I vagoni accartocciati mostravano pareti macchiate di sangue e resti sparsi ovunque: riviste popolari, uova trasportate dai contadini per i mercati di Milano, valigie e sedili di velluto grigio macchiati di rosso. La nebbia densa amplificava la sensazione di desolazione.

Le cause e i sospetti: errore umano e nebbia

Le indagini puntarono subito all’errore umano. Il treno avrebbe dovuto procedere a velocità ridotta, ma il tachimetro del locomotore segnava 90 chilometri orari. La nebbia fitta di quella mattina, secondo l’inchiesta, contribuì a far perdere al macchinista la percezione dello spazio, portandolo a ignorare il segnale di rallentamento. Quando Pierino Vacchini si accorse dell’errore, la frenata d’emergenza aggravò ulteriormente l’instabilità del treno.

L’aiuto macchinista, Andrea Giuliano, sopravvissuto allo schianto, sostenne di aver cercato invano di rallentare il convoglio. La sua testimonianza, carica di rimorso, rimase al centro delle indagini, ma la tragedia era ormai irreversibile.

Tragedia treno operaio
Foto Comune di Monza

Per approfondire tutte le notizie sulla Brianza e dintorni, visita MonzaNews. Non dimenticare di seguirci anche su Facebook alla pagina Monza News.it. Commenta e condividi il tuo entusiasmo con noi!