Mattanza di pecore sul Monte Barro. L'appello dell'allevatore cui non è rimasto più nulla

Il grido disperato di Mauro Farina, allevatore e pastore

“Aiutatemi per favore, non mi è rimasto più nulla”. È disperato Mauro Farina, dopo lo sterminio di quasi 500 delle sue capre e pecore, morte probabilmente avvelenate mentre erano al pascolo sul monte Barro, a Galbiate, durante la transumanza dalla Valsassina verso la Brianza.

Per lui un danno enorme e non solo economico. Lo racconta ai colleghi de Il Giorno:

Non erano solo il mio lavoro per il quale ho rinunciato a un posto fisso in fabbrica, erano gli animali a cui ero affezionato, che ho allevato e cresciuto uno per uno. Erano anche l’unica fonte di sostentamento mia, di mio fratello, di mio padre. 

Tanto che oramai non ha più un solo euro sul conto corrente. 

L'appello di Mauro Farina per rialzarsi

Il suo commercialista, Marco Arata, dello studio M&M di Arata e Nava, che lo segue per conto della Confederazione produttori agricoli ha quindi lanciato l'appello, con lo stesso Mauro che ha ammesso che anche solo 5-10 euro possono ora fare la differenza:

L’iban su cui è possibile effettuare una donazione è IT10Q 03069 51611 100000008097.

Come si è arrivati allo sterminio del gregge

Mauro Farina ha dei sospetti su chi sia stato e come sia arrivati allo sterminio del suo gregge, ma per ora restano solo illazioni, visto che bisognerà attendere l'esito degli esami.

Sempre ai colleghi de Il Giorno si è però lasciato andare a qualche ipotesi

O colleghi invidiosi. Oppure qualcuno magari infastidito dalle mie bestie. Aspettiamo comunque l’esito degli esami svolti sui campioni prelevati da alcune carcasse prima di trarre conclusioni.

Una mattanza che avrebbe potuto avere ripercussioni pure sugli esseri umani. 

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