Monza, l’importanza della dignità e la vergogna del silenzio. Se Silvio Berlusconi tornasse in vita per un paio d'ore..
Il punto di Paolo Corbetta dopo la grave sconfitta per 3-1 nel derby da parte del Monza

Monza, l’importanza della dignità e la vergogna del silenzio
In quel frangente era parso ormai evidente che la proprietà aveva tagliato i rifornimenti alla macchina Monza ed al pilota che la guida dalla più alta scrivania di Monzello. Il quale è stato costretto a scelte disperate, come quelle di vendere i pezzi migliori del motore biancorosso, poi sostituiti con ricambi di qualità decisamente inferiore, per poter arrivare ad avere la liquidità di cassa per onorare tutti gli impegni contrattuali fino al termine della stagione. Un pilota che, comunque, ci ha messo del suo per poter rendere ancora più improbabile ogni possibilità di restare in corsa, validando anche i più strampalati suggerimenti, come quello di sostituire Nesta con Bocchetti o come quello di far passare per “fortissimo” qualche giocatore che difficilmente potrebbe essere titolare in serie B.
Sia chiaro. Nesta non è Ancelotti o Guardiola, ma pensare che la scelta di Bocchetti (messo follemente a contratto per due stagioni e mezzo) fosse la soluzione di tutti i mali rende l’idea di quali assurdità hanno caratterizzato la stagione che sta per finire in modo così indignitoso. Sì, senza dignità. La dignità è il termine che ieri pomeriggio ha pronunciato Luca Caldirola nella conferenza stampa dopo la gara col Como, auspicando che non venga persa definitivamente nelle partite rimaste. Dignità che sta irrimediabilmente venendo meno ormai da diverse settimane ad una squadra che contro i lariani ha giocato buona parte del match con l’atteggiamento di chi sta disputando un torneo del dopolavoro ferroviario. Dignità che sento spesso menzionare da Nesta e da qualche giocatore come ha fatto ieri Caldirola.
Monza e la mancanza di Silvio Berlusconi…
Dignità che non sento menzionare ad altri livelli, anche perché, proprio da tali livelli, nessuno si fa vedere e nessuno proferisce parola. Atteggiamento esattamente opposto di quello che è stato l’artefice delle fortune dell’attuale proprietà ed anche il maestro di Adriano Galliani (ieri contestato con ironia dalla Curva Pieri). Silvio Berlusconi parlava sempre, non si sarebbe tirato indietro neppure in una circostanza simile. Credo che se potesse tornare tra noi per un paio d’ore interromperebbe il silenzio vergognoso che regna da mesi dai vertici societari e proprietari. E, forse, volerebbe qualche straccio.
Spero solo che arrivi presto l’aritmetica certezza della retrocessione. Così, finalmente, c’è la speranza che qualcuno parli e ci dica come sono andate le cose e qual è il futuro. Non parlasse ancora nessuno, sarei molto preoccupato. Anzi, preoccupatissimo. Paolo Corbetta