Caso Salis, parla il braccio destro di Orbán: "Non è una vittima, ma una violenta"
Il portavoce di Orbán smentisce le accuse dei media e difende il trattamento riservato alla cittadina italiana arrestata per aggressione a Budapest
L'Ungheria è sotto attacco da parte di "media di sinistra e gruppi per i diritti umani" che vogliono "distruggere le buone relazioni politiche" tra Budapest e Roma. Questo è il messaggio che il governo ungherese vuole trasmettere in merito al caso di Ilaria Salis, la giovane italiana arrestata insieme ad altri due stranieri per aver partecipato a una violenta aggressione contro presunti estremisti di destra nella capitale magiara.
In una nota ufficiale, firmata dal portavoce di Viktor Orbán, Zoltan Kovacs, si sottolinea la gravità dei fatti accaduti nel febbraio 2023, di cui esiste anche un video, e si respingono le accuse di violazione dei diritti umani nei confronti dei tre sospetti.
"I reati in questione sono gravi, sia in Ungheria che a livello internazionale. Le misure adottate nel procedimento sono previste dalla legge e adeguate alla gravità dell'accusa del reato commesso", scrive Kovacs, che definisce Salis una persona "poco credibile" e il suo avvocato ungherese, Gyorgy Magyar, "un apertamente di sinistra".
Le accuse alla Salis
Secondo il portavoce di Orbán, Salis ha mentito su molti aspetti della sua vita, come la sua istruzione, la sua situazione familiare e le sue relazioni personali. Inoltre, ha partecipato a una "aggressione organizzata" contro persone che manifestavano pacificamente a favore della democrazia e della libertà.
"Le accuse fatte dai media italiani – e poi ungheresi – sulla detenuta straniera non sono vere; sono semplicemente bugie e sono fortemente respinte dal servizio penitenziario ungherese”, afferma Kovacs, che nega che Salis sia stata trattata in modo "disumano" o che abbia subito condizioni igieniche e sanitarie precarie.
"La cittadina italiana è stata portata in tribunale a Budapest in modo conforme alla legge. Non è disumana, proprio no. È stata presa sul serio a causa della gravità del crimine di cui è accusata", scrive il portavoce, che aggiunge che "le condizioni di detenzione della sospettata rispettano tutti gli standard della Ue".
Ungheria, un paese di diritto
Kovacs ribadisce che l'Ungheria è uno stato di diritto, in cui i detenuti hanno diritto a un processo equo e a una difesa adeguata. Inoltre, sostiene che Salis ha avuto contatti regolari e ordinati con i suoi genitori, che si sono recati a Budapest per vederla.
"Nelle carceri ungheresi, ai detenuti vengono forniti tre pasti al giorno, che soddisfano i requisiti di una dieta sana. Vengono effettuati controlli igienici continui e i detenuti ricevono cure mediche adeguate. L'affermazione secondo cui ci sono i ratti è una bugia e gli istituti di servizio carcerario soddisfano elevati standard igienici", prosegue Kovacs.
Infine, il portavoce di Orbán conclude dicendo che "in Ungheria, i detenuti che ritengono che i loro diritti siano stati in qualche modo violati possono presentare denuncia". E invita i media di sinistra e le organizzazioni per i diritti umani a smettere di fare "un attacco orchestrato contro l'Ungheria" e a rispettare la sovranità e l'indipendenza del paese.