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Marassi è unico per collocazione e suggestione. Marassi è cemento con l’odore del mare. Marassi è sconfortarsi per casermoni angoscianti e parzialmente rasserenarsi al sorriso delle dolci collinette circostanti. Il ‘Luigi Ferraris’ è monumento storico del calcio di casa nostra. Marassi è il più inglese degli stadi italiani. Al Ferraris il Monza ha vissuto emozioni alterne. Comunque sempre forti.

A cavallo delle festività natalizie del 1978 i ragazzi di Magni hanno addirittura un doppio turno nello stadio genovese: il 17 dicembre 1978 Livio Luppi e – soprattutto – la direzione di gara clamorosamente casalinga dell’improponibile Lanzetti di Viterbo penalizzano pesantemente i biancorossi: Genoa-Monza 1-0. Il gol di Blangero all’Udinese nel recupero del 23 dicembre ha lo stesso effetto delle collinette genovesi: rasserena gli animi e autorizza a credere di nuovo nel sogno chiamato Serie A.

Domenica 7 Gennaio 1979 si torna a Marassi, stavolta sponda blucerchiata. E’ una pagina vergognosa che chi tifa Monza non potrà mai dimenticare. Due invasioni di campo (la prima – solitaria – subito dopo l’effettivamente misterioso annullamento del gol di Tuttino per fuorigioco di Chiarugi alla metà del primo tempo, la seconda – di gruppo – innescata dal vantaggio biancorosso magistralmente firmato da Nico Penzo al minuto 56), un fitto lancio di palle di neve e ghiaccio verso la porta di Marconcini, 7 minuti di sospensione ed il pari doriano di Roselli immediatamente successivo alla ripresa del gioco. Era già sembrato strano che il romano Menegali non avesse sospeso l’incontro, era poi apparso molto sospetto che dalla sintesi serale delle 18.10 su Rai2 fossero magicamente sparite le drammatiche immagini della seconda invasione di campo e del tiro al bersaglio contro il portiere monzese mentre veniva continuamente riproposto il gol annullato, quasi per ‘motivare’ la rabbia del pubblico locale. Il tutto trovò amarissima spiegazione una decina di giorni dopo quando il Giudice Sportivo omologò il risultato respingendo il ricorso del Monza, la cui riserva scritta chiedeva lo 0-2 a tavolino. Che in casi simili era stato assegnato con logica puntualità.

Per la cronaca: quel sacrosanto punto in più al termine della stagione avrebbe significato Serie A, sfumata invece nel maledetto spareggio di Bologna. Il furto con scasso di Marassi trovò (parziale) riscatto otto mesi e mezzo più tardi.

Mazinga Marconcini a passo di carica supera la linea di centrocampo palla al piede. Poco dopo arriverà il pareggio biancorosso

Seconda giornata della stagione 1979-80: Magni ed i suoi ragazzi ci riprovano per l’ennesima volta. Organico cambiato, medesimo obbiettivo. Una doppietta di Francesco Vincenzi aveva steso la Sambenedettese nel turno inaugurale al Sada e si guardava con curiosità alla prima trasferta al Ferraris. Gli alti e bassi tipici di inizio stagione tirano un brutto scherzo ai biancorossi che vanno subito sotto (colpo di testa di Sartori), giocano male e restano in partita solo perché una clamorosa traversa di Monaco nega il raddoppio ai blucerchiati. Nell’intervallo mister Alfredo prova a rianimare i suoi che nella ripresa appaiono almeno un po’ meno timidi. A metà secondo tempo il tecnico toglie un centrocampista (Scala) e mette la seconda punta (Ferrari) per togliere da malinconico isolamento il povero Vincenzino. Mossa condivisibile ma i padroni di casa non corrono rischi. Ancora a corto di fiato e di idee, quel Monza ha però una qualità fondamentale che si chiama carattere. Minuto 86: su un disimpegno difensivo la palla giunge a Marconcini. Invece di far partire l’ennesimo rinvio, Mazinga butta avanti la sfera ed – orgoglioso nel suo mitico maglione giallo – la porta su rabbiosamente iniziando una lunga e stravagante discesa verticale. Roba rarissima per i portieri dell’epoca. Sugli sviluppi dell’azione il Monza guadagna un calcio di punizione mentre le lancette segnano il minuto 87: il piedino dolce di Duino Gorin disegna traiettoria invitante nel cuore dell’area, Beppe Pallavicini è in proiezione offensiva, conosce le intenzioni del compagno, ne asseconda le intuizioni e si lancia in un perfetto tuffo di testa che gli consente impatto da manuale con la sfera: Garella non ha scampo. Il Monza si riprende a settembre il punto che gli era stato ‘rubato’ a gennaio. A noi restano le stupende foto di Ambrogio Caprotti che consegnano alla leggenda i momenti clou del match – il raid di Mazinga e il volo d’angelo di Beppe – e che fanno coraggio a quelli come me. Quelli con quella faccia un po’ così e quell’espressione un po’ così che abbiamo noi prima di andare a Genova …

Domenica 23 settembre 1979, Genova, Stadio Luigi Ferraris:
SAMPDORIA-MONZA 1-1 (1-0)
MARCATORI: Sartori (S) all’ 8’ pt – Pallavicini (M) al 42’ st
SAMPDORIA: Garella, Romei (30’ pt Monaco), Arnuzzo, Ferroni, Logozzo, Pezzella, De Giorgis, Orlandi, Caccia, Roselli, Sartori. A disp.: Gavioli e Redomi. All.: Giorgis.
MONZA: Marconcini, Motta, Giuliano Vincenzi, Scala (20’ st Ferrari), Stanzione, Pallavicini, Gorin, Ronco, Francesco Vincenzi, Acanfora, Tosetto. A disp.: Colombo e Giusto. All.: Magni.
ARBITRO: Panzino di Catanzaro
NOTE: Spettatori circa 23.000 di cui 13.583 paganti e 9.500 abbonati.

Fiorenzo Dosso