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I funerali di Mazzo, presidente onorario dell’Ussmb e noto promotore dello sport a Monza e Brianza, hanno rappresentato un momento di intensa emozione e riflessione per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di collaborare con lui.

Pietro Mazzo, scomparso all'età di 94 anni, è stato ricordato non solo per il suo impegno instancabile nello sport, ma anche per il suo contributo alla comunità. Nel 2002, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento del Giovannino d'oro per il suo straordinario impegno e dedizione.

Grande partecipazione e commozione

La cerimonia ha visto la partecipazione di numerosi volti noti dello sport monzese, rappresentanti delle istituzioni locali, amici e familiari di Mazzo. Tra i presenti, erano visibili anche una folta delegazione della Miflex, l'azienda di proprietà della famiglia Mazzo, e altre figure di spicco come Riccardo Monguzzi, ex giocatore e allenatore del Monza, Andrea Citterio, segretario del Monza, l'avvocato Francesco De Martino, rappresentante legale del Monza, e Fabrizio Ciceri, nuovo presidente dell'Ussmb, colui che ha ereditato la presidenza da Pietro Mazzo.

Presenti diversi volti noti della Brianza

Erano presenti anche Matteo Orlandini, responsabile scouting del Monza, Enzo Redaelli e Marco Ravasi, ex team manager del Monza, e Vincenzo Iacopino, Supporter Liaison Officer del Monza. Il Duomo era stracolmo di persone, tra tifosi, amici e familiari, tutti uniti nel ricordo affettuoso di Mazzo.

Durante la cerimonia, l'arciprete del Duomo di Monza, don Marino Mosconi, ha pronunciato parole commoventi: "Ricordiamo Pietro per le grandi cose che ha fatto per la città ma soprattutto per il suo apporto ai più deboli ai diversamente abili". Queste parole hanno reso omaggio non solo all'impegno sportivo di Mazzo, ma anche alla sua sensibilità sociale e al suo aiuto concreto verso i più bisognosi.

Il ricordo di Dario Allevi

Anche l'ex sindaco di Monza Dario Allevi, nel corso della funzione religiosa, ha voluto lasciare un ricordo pubblico riguardo il suo amico Pietro Mazzo:

 "Carissimo Pietro, te ne sei andato con quella forza, con quel coraggio, con quella serenitàm che hanno contraddistinto la tua esistenza. Eppure, ancora non me ne faccio una ragione. Ti consideravo da sempre una sorta di highlander, una figura così imrpescindibile per la nostra comunità, che stupidamente pensavo fossi riuscito a bloccare l'inesorabile macchina del tempo. Lunedì mattina avevop ancora gli occhi gonfi quando ho sentito Roberto riguardo il tuo desiderio, ovvero che fossi io a portarti l'ultimo saluto in rappresentanza delle persone che ti hanno conosciuto e che ti hanno voluto bene e che questa mattina affollano questa celebrazione. Io non so se sarò all'altezza e se riuscirò a non essere condizionato da questa fortissima emozione. Ma te lo devo Pietro. Te lo devo in nome della nostra trentennale amicizia. Tu per me sei stato un punto di rfierimento, un amestro di vita pronto a darmi saggi consigli. Ti ho sempre considerato un uomo d'altri tempi. Tantissime erano le nostre affinità elettive, dalla passione per lo sport in tutte le sue discipline all'amore che entrambi nutrivamo per il nostro autodromo. Ma c'era anche molto altro. Un uomo attento alle problematiche dei più deboli. E questa tua sensibilità ti ha portato a fondare negli anni 70 la Societ Sportiva Cantalupo, con lo scopo di togliere dalla strada i giovani. Hai sempre avuto a cuore le associazioni benemerite che oeprano per i più bisgonosi, come Arcobaleno Down. In te hanno sempre trovato amore e sostegno incondizionato. Nella tua vita sei stato imoprenditore di successo, ma oggi la stampa piange l'icona dello sport cittadino. E non poteva essere altrimenti. Voglio ricordare quando il Presidente del CONI Giovanni Malagò ti chiamò "Maestro" alla cerimonia dei quarant'anni delle unioni sportive monzesi. Ricordo come se fosse ieri la tua gioi e soddisfazioni per questo riconoscimento pubblico da parte di chi rappresenta lo sport in Italia. Maestro… non poteva darti titolo più giusto. Un Maestro che ha voluto organizzare la prima edizione del Festival dello Sport. Un Maestro che si è battuto come un leone per la nascita della provincia di Monza. E con la nascita della provincia hai voluto allargare i confini dell'unione a tutto il confine provinciale. Un Maestro che nel 2002 ha ricevuto la massima onorificenza cittadina, il Giovannino d'Oro. Insomma, potrei andare avanti per ore per ricordare i tanti bei ricordi che mi legano a Pietro. Come quello legato ai primi anni 2000 quando battagliammo per difendere l'autonomia dell'Associazione amici dell'Autodromo e del Parco da chi invece voleva trasformarla in un braccio armato della politica. Ricordo poi le tante partite del nostro Monza viste insieme. Per non parlare delle tante cene con tanti amici, dove si tornava sempre a casa con le lacrime agli occhi per quanto c'eravamo divertiti. Serate allegre e spensierate. C'era sola una cosa che non condividevamo. Non l'ho fatto prima perché avresti pensato che ti stesis prendendo in giro. Lo faccio oggi e ti dico però che sono felice che tu possa aver vissuto e goduto della seconda stella della tua amata Inter. Ci mancherai tantissimo caro Pietro. Homo Faber, come amavano definirti i tuoi amici dell'Unione. Quando passasti il testimone a Fabrizio dicesti queste parole, che sono l'essenza di ciò che sei stato: “Senza un sentimento che nasce dal cuore, non si riesce a realizzare un sogno. Il cuore è l'organo che nutre i sogni, alimenta le grandi idee e non invecchia mai”. Questo è Pietro Mazzo. Un uomo dai valori con la V maiuscola. Un uomo che ha trasmesso grandi valori a noi e ai suoi due figli Mauro e Roberto, di cui era orgogliossissimo. Si può dire che era un vero e proprio educatore, come ci ha detto Monsignor Provasi, un vero e proprio educatore che ha attraversato tante generazioni di monzesi. Nell'attuale società persone del genere sono semore più difficili da incontrare durante il percorso. Ciao Pietro, adesso sarai già abbracciato alla tua adorata moglie. Noi possiamo solo dirti grazie per it uoi insegnamenti, che cercheremo nel nostro piccolo di veicolare al prossimo. Tu però promettici che contunuerai a seguirci da lassù, perché noi continueremo ad aver bisogno di te. Al mio amico fraterno Roberto, a Mauro, io dico che siete stati molto fortunati ad avere un padre del genere. Ciao, Pietro, riposa in pace".

Con il suo esempio luminoso, Pietro Mazzo ha segnato indelebilmente il panorama sportivo e sociale di Monza, diventando un faro di ispirazione per le generazioni presenti e future. Ciao Pietro, Monza non ti dimenticherà mai.