Addio a Cristian Mauri: lacrime e ricordi per l'alpinista dal cuore d'oro
Lo stadio gremito per l'ultimo saluto all'alpinista che ha insegnato il valore della squadra
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La montagna, sua grande passione condivisa con l'amico Paolo Bellazzi, è diventata teatro di un destino crudele l'8 febbraio scorso. Un'escursione sulla Grignetta, trasformata dal maltempo improvviso in una trappola mortale, ha portato alla scomparsa di entrambi gli alpinisti. I soccorritori, sfidando condizioni proibitive per giorni, hanno infine dovuto confermare la tragica notizia il 12 febbraio.
Un uomo dalle mille sfaccettature
Sulle note di "Radici ca tieni", la cerimonia ha dipinto il ritratto di un uomo straordinario attraverso le parole di chi lo ha amato. La moglie Elisa e il figlio Riccardo hanno condiviso 26 anni di vita insieme, descrivendo un Cristian dal carattere forte ma dal cuore immenso. "Era brusco nei modi", hanno ricordato gli amici, "ma aveva un sorriso che parlava con gli occhi".
Maestro di vita sui campi da calcio
Nel mondo del calcio giovanile, Mauri ha lasciato un'impronta indelebile. Non si limitava a insegnare tecniche di gioco, ma trasmetteva valori fondamentali: l'importanza della squadra, la resilienza nelle sconfitte, il rispetto delle regole. "Era uno dei nostri pilastri", hanno ricordato commossi i colleghi dell'AC Leon.
Un'eredità di amore e determinazione
Gli amici del mondo della corsa hanno evidenziato la sua straordinaria capacità di trasmettere forza e determinazione, sempre accompagnata da una generosità senza pari. I nipoti, con voce rotta dall'emozione, lo hanno ricordato come un secondo padre, una presenza costante e amorevole nelle loro vite.
Un vuoto incolmabile
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La cerimonia si è conclusa con le parole di Don Paolo, che ha accompagnato Cristian fin dai suoi primi passi all'oratorio: "Ha concluso troppo in fretta la sua vita, ma ha lasciato segni indelebili in tutti coloro che ha incontrato". Un messaggio che risuona come invito a vivere pienamente ogni giorno, proprio come ha fatto Cristian.