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Se Giovanni Stroppa fa l’allenatore di calcio professionista (con un ottimo score nel curriculum) mentre io non mi sono mai seduto su una panchina (se non quelle del Parco di Monza…), un motivo ci sarà. Però, questo non mi impedisce di esporre in maniera chiara il mio punto di vista, già manifestato altre volte, in base all’esperienza di chi segue il calcio a contatto con tanti protagonisti da moltissimi anni. E di andare contro il credo tattico del tecnico biancorosso; per cui sono pronto a ricevere i suoi strali già lanciati a chi lo ha portato sull’argomento nella conferenza stampa di fine gara di domenica sera.   

Penso, ma soprattutto spero, che a Cremona si sia visto per l’ultima volta il Monza giocare a tre in difesa. Questa squadra non ha gli interpreti per schierarsi con un simile modulo difensivo, considerato anche che a centrocampo ci sono tanti giocatori di qualità ma in gran parte poco portati a fare filtro e a coprire la difesa. In più, a livello personale concordo con quei tecnici che ritengono necessario giocare con la difesa a quattro quando la condizione psico-fisica non è ottimale. Se si esclude la gara con la Reggina, un avversario talmente inconsistente da non costituire un test attendibile, nel 2022 il Monza ha subito ben otto reti nelle tre gare disputate con Benevento, Perugia e Cremonese. Troppe per chi punta in alto come il Monza. E’ vero che, con una o due punte, i ragazzi di Stroppa vanno sempre a rete da tredici gare consecutive. Ma è proprio questo che il rammarico aumenta: se si fosse riusciti a subire qualche gol in meno, oggi il Monza avrebbe una bella manciata di punti in più.  

Un’ultima considerazione, inerente un tema già dibattuto in occasioni precedenti. Ma perché il Monza attacca, segna e comunque mostra il suo volto migliore soltanto quando va sotto di uno se non di due gol? Questione di personalità? Temo di sì, purtroppo questa non sempre è nelle corde di chi ha grandi doti tecniche. Tra centrocampisti, trequartisti e punte, Stroppa ha a disposizione quanto di meglio c’è in Serie B. Ma il carattere, la grinta e la cattiveria agonistica sono qualità di pochi. Uno di questi, Giulio Donati, non era in campo allo Zini. L’onore di essere seduto in tribuna davanti a Galliani e ad Antonelli (il che la dice lunga sul carisma che vanta a Monzello) non gli avrà certo attenuato la sofferenza di vedere una squadra che non sempre sa essere determinata.  

Paolo Corbetta

foto Studio Buzzi