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Ho ancora negli occhi la “pennellata” che consentì a Gigi Casiraghi di realizzare quel gol di testa vincente che valse la promozione del Monza di Frosio alla Serie B. Era il 5 giugno 1988 e i biancorossi giocavano l’ultima gara del campionato a Tortona. L’autore di quella “pennellata”, di quel magico assist che Casiraghi trasformò abilmente in rete a inizio gara, si chiamava Giovanni Stroppa. Vent’anni compiuti da pochi mesi, un talento già evidenziato alla sua prima annata con la maglia del Monza, un estro in contrasto con la sua iniziale timidezza e riservatezza.

https://www.monza-news.it/monza-calcio/il-percorso-e-il-credo-calcistico-del-neo-tecnico-del-monza-stroppa-diversi-moduli-attuati-qualche-esonero-ma-anche-due-promozioni-ottenute-brillantemente/

E nel campionato successivo, una totale riconferma della sua classe, protagonista di una stagione (la prima all’allora nuovissimo Brianteo) in cui il Monza conquistò un’insperata salvezza con una squadra giovanissima, ma ricca di tanti futuri campioni. Su tutti Ganz e lo stesso Casiraghi, oltre al Giovannino da Mulazzano. Sua la magia con cui il Monza realizzava il gol del 2 a 1 al Taranto nella penultima gara del torneo, sancendo la matematica salvezza dei biancorossi, grazie alle combinazioni della classifica avulsa.

Giovanni Stroppa sarà dunque il tecnico del Monza per la prossima stagione, quella in cui la società punta a raggiungere quel traguarda sfuggito quest’anno. Un traguardo a cui a Monzello si guarda con atteggiamento differente rispetto alla stagione appena terminata. Meno proclami e più concretezza, pur con la consapevolezza di voler allestire una squadra forte ed in grado di arrivare alla storica promozione alla Serie A. Un atteggiamento più tipicamente brianzolo, in cui alle parole si preferiscono i fatti, in cui le luci della ribalta sono meno importanti rispetto ad un ambito più metropolitano. Stroppa, originario di quella Mulazzano dove cascine e campi coltivati colmano la distanza tra Milano e Lodi, è il profilo adatto per interpretare al meglio la necessità di sostanza e concretezza, che sono doti naturali di chi è originario di quelle zone; e che, storicamente, sono qualità basilari per emergere nella categoria cadetta. Berlusconi e Galliani, che hanno conosciuto l’uomo Stroppa quando era calciatore del Milan, devono aver tenuto in grande considerazione queste caratteristiche.  

E Galliani, che il Monza ha sempre avuto nel cuore anche quando era al Milan, è consapevole che occorre recepire gli insegnamenti della storia e delle tradizioni di questa società. Forse anche con un pizzico di scaramanzia. Quasi tutte le pagine più belle della ultracentenaria storia dell’AC Monza sono state scritte infatti sotto la guida tecnica di monzesi e brianzoli o di chi aveva giocato con la maglia biancorossa. E’ il caso di Gigi Radice (brianzolo di Cesano Maderno e poi monzese di acquisizione), di Alfredo Magni (originario di Missaglia e per diversi anni calciatore del Monza), di Piero Frosio (come Radice, mai in maglia biancorossa, ma nativo del quartiere del Casignolo). Stroppa è stato un calciatore del Monza per sole due stagioni, ma, ad oltre trent’anni di distanza, ha lasciato ricordi indelebili a quel giovane cronista che io ero allora.

Bentornato Giovanni, portaci là dove non siamo mai riusciti ad arrivare. Se, come pare, si potrà ritornare agli stadi nei prossimi mesi, tu ed il Monza avrete il sostegno da vicino di una tifoseria, di certo meno nutrita che altrove, ma calda e carica come non mai e desiderosa di mettersi alle spalle l’amaro in bocca delle ultime settimane. 

Paolo Corbetta