Alexei Navalny, morto in carcere il leader dell'opposizione russa
Il dissidente, condannato a 19 anni, aveva accusato un malore dopo una passeggiata. La moglie: "Putin e i suoi saranno puniti"
Chi era Alexei Navalny
Alexei Navalny era il principale oppositore di Vladimir Putin in Russia. Nato nel 1976, si era laureato in legge e aveva iniziato la sua carriera politica come attivista anti-corruzione. Nel 2011, aveva guidato le proteste contro le elezioni parlamentari truccate, diventando il simbolo della sfida al regime. Nel 2013, aveva partecipato alle elezioni per il sindaco di Mosca, ottenendo il 27% dei voti. Nel 2017, aveva annunciato la sua candidatura alla presidenza per il 2018, ma era stato escluso per una condanna penale che lui riteneva politica. Nel 2019, aveva subito un avvelenamento con una sostanza chimica, che lo aveva portato in coma. Era stato trasferito in Germania per le cure, dove era rimasto fino al gennaio 2021, quando era tornato in Russia. Appena atterrato, era stato arrestato e condannato a 19 anni di carcere per violazione della libertà vigilata.
Come è morto Alexei Navalny
Alexei Navalny è morto nella prigione di Kharp, nella regione artica di Yamalo Nenets, dove era stato recentemente trasferito per scontare la sua pena. A darne l’annuncio è stato il servizio carcerario russo, che ha parlato di un malore improvviso dopo una passeggiata. Nonostante i tentativi di rianimazione, il dissidente non si è ripreso e ha cessato di vivere. Le cause della sua morte sono ancora in fase di accertamento, ma la tv di Stato ha ipotizzato una trombosi. Dal Cremlino, hanno detto che Putin è stato informato, ma che non sono chiare le circostanze del decesso. Il Comitato investigativo russo della regione artica ha aperto un’inchiesta sull’incidente.
Le reazioni alla morte di Alexei Navalny
La morte di Alexei Navalny ha scosso il mondo e ha suscitato numerose reazioni. La moglie del dissidente, Julija Borisovna, ha parlato dalla Conferenza della sicurezza di Monaco, accusando Putin e i suoi responsabili di aver ucciso suo marito e promettendo che saranno puniti. I sostenitori di Navalny hanno annunciato manifestazioni di piazza in tutta la Russia, sfidando il divieto della Procura di Mosca, che ha invitato i cittadini a rimanere a casa. I leader occidentali hanno espresso il loro cordoglio e la loro solidarietà alla famiglia e agli amici di Navalny, chiedendo una indagine indipendente e trasparente sulla sua morte e minacciando sanzioni contro il regime russo. Le organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato la violazione dei diritti fondamentali di Navalny e di tutti i prigionieri politici in Russia.
L’ultima apparizione pubblica di Alexei Navalny
L’ultima volta che il pubblico ha visto Alexei Navalny è stata un mese fa, quando si è collegato in video dal carcere in Siberia, dove era stato inizialmente rinchiuso. Il dissidente ha partecipato a un processo per diffamazione nei confronti di un veterano della seconda guerra mondiale, accusato di aver sostenuto le riforme costituzionali volute da Putin. Navalny ha respinto le accuse, definendole ridicole e politicamente motivate. Ha anche scherzato sul suo aspetto fisico, dicendo di aver perso peso e di essere diventato più bello. Ha ringraziato i suoi sostenitori per le lettere che gli inviavano e ha detto di sentirsi al sicuro e in buone condizioni. Ha anche espresso la sua fiducia nella vittoria della democrazia in Russia.
Il messaggio di Alexei Navalny prima di morire
Il giorno prima di morire, Alexei Navalny ha scritto un messaggio su X, una piattaforma di comunicazione usata dai suoi sostenitori. Nel messaggio, ha raccontato di essere stato trasferito nella prigione di Kharp, dove era stato sottoposto a una nuova punizione. “Il carcere di Iamal ha deciso di battere il record di Vladimir allo scopo di adulare e compiacere le autorità di Mosca. Mi hanno appena dato 15 giorni in una cella di punizione. Cioè, questa è la quarta cella di punizione in meno di 2 mesi che sono con loro”, ha scritto. Ha aggiunto che non si lasciava intimidire dalle pressioni e che continuava a lottare per i suoi ideali. Ha concluso con una frase di speranza: “Non vedo l’ora di uscire da qui e di abbracciare tutti voi”.