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Era una sfida fondamentale per entrambe quella di ieri tra Monza e Parma all'U-Power Stadium, conclusasi con un pari che in linea di massima serve a poco.

Stroppa e Iachini confermano i medesimi moduli dei loro ultimi incontri, rispettivamente 1-3-5-2 canonico monzese e 1-3-4-1-2 crociato. Per i biancorossi Lamanna al posto dell'infortunato last minute Di Gregorio, Carlos Augusto confermato nella posizione di braccino sinistro nel trio difensivo (che rivede tra i titolari Caldirola), con un meritevole Mazzitelli in cabina di regia e Molina ancora sull'out mancino come quinto, posizione in cui si è districato molto bene nel recente passato; gli emiliani strutturati con quattro centrocampisti, in mezzo il promettente catalano Bernabé, insieme al croato Jurić, e con i quarti di mediana esterni Correia e Man, tendenzialmente offensivi essendo solitamente ali. 'El Mudo' Vázquez a giostrare, tra le linee, a supporto del duo lettone-polacco Sits-Benedyczak. Tutti e due i roster erano privi di svariate pedine, i ducali hanno impiegato diversi elementi promettenti della linea verde (13 millennial da inizio stagione utilizzati) a disposizione, sia dall'inizio che in corsa.

E' stata una gara complessivamente poco intensa e non granchè gradevole, con il Monza andato maggiormente alla conclusione (ben 20 contro 4), ma di queste solo 5 (un quarto) nello specchio. I brianzoli hanno anche effettuato un possesso palla maggiore (64%), completato 539 passaggi (contro i 316 ospiti), con una precisione dell'87%.

Pre fischio d'inizio

I padroni di casa son partiti con discreta aggressività nel primo quarto d'ora, creando un paio di potenziali chance col duo d'attacco, con Mota a svariare su tutto il fronte (rinculando di tanto in tanto all'altezza della metà campo) a cercare gli half spaces e a non fornire punti di riferimento; successivamente, però, l'intensità si è abbassata e, seppur il palese controllo del gioco ad appannaggio di Donati e compagni, non si sono evidenziati grossi spunti, sino alla mezzora, da ambo gli undici, col Parma ben messo in campo ed un po' più attendista nonostante una formazione, sulla carta, piuttosto offensiva. Intorno al trentesimo sono arrivate le prime vere emozioni. Infatti è giunta (giusto un minuto prima della prima chance parmense con Man) la perla del rabdomante Vázquez che, con la sua visione periferica ed abilità in verticalizzazione, unita al gran talento di base, è stato probabilmente l'MVP del match; in occasione del gol, l'italo-argentino ha goduto di eccessiva libertà al limite dell'area, col difendente distante e piuttosto piatto in marcatura oltre all'estremo difensore probabilmente un po' troppo avanti nel piazzamento sulla copertura porta. Nel prosieguo i monzesi hanno reagito in modo abbastanza sterile, come la manovra sovente troppo elaborata, compassata e fine a sé stessa, ottenendo più corner (7) che occasioni pulite.

Nella ripresa il copione non è cambiato, il Monza a detenere le redini del possesso palla, il Parma (con un Simy in più a fornire fisicità e protezione palla per alzare la squadra) ancor più a riccio e pronto ad inanellare qualche ripartenza. Gli uomini di Stroppa sono apparsi comunque più incisivi, immediati, la propulsione dall'esterno si è fatta sempre più frequente (anche se la precisione nella chiusura di giocata al cross non sempre efficace). Proprio uno degli interpreti, Molina, ha goduto di una buona opportunità dopo un inserimento, i ducali dal canto loro ci han provato col solito 'El Mudo' sia al tiro che in rifinitura. I cambi monzesi influenzano in positivo, come nelle ultime gare, col match che si è fatto a tratti veemente e col Parma sempre più costretto nella propria metà campo: in primis il danese Gytkjær (gol e calciatore più pericoloso dei suoi), Ciurria (assist) e Vignato (ad offrire maggiore imprevedibilità, vivacità e uno contro uno). La conseguenza, alla reazione finale, è un giusto pari (clamoroso, precedentemente, il salvataggio di Del Prato su un Mota, cresciuto alla distanza e più vicino alla porta avversaria nella ripresa), giunto in extremis o quasi, grazie ad un cross basso finalmente ben pennellato dall'out mancino.

Che dire, come già sottolineato un punto che serve poco ad entrambi. Il Monza perde ulteriore terreno in ottica promozione diretta (ma il gap sarebbe tuttora colmabile), il Parma con un'affermazione (assaporata sino a tre minuti dalla fine) avrebbe potuto pensare seriamente ad una rimonta in ottica ottavo posto, ottenendo uno slancio ulteriore, anche psicologico, non da poco. Non è impossibile ancora per i ducali, visto il materiale tecnico a disposizione, ma oggettivamente sempre più complicato. I monzesi hanno perso lo smalto interno che li aveva contraddistinti per tutta l'andata (e parte del ritorno), un solo punto nelle ultime tre uscite casalinghe, seppur con avversari di gran lignaggio. Ai Bagai manca, per compendiare le lacune, concretezza e precisione, soprattutto in ambito finalizzativo (lucidità, cinismo e cattiveria) e in chiusura di giocata (in primis al cross); altro punto su cui bisogna crescere è la continuità, anche nel match stesso, di prestazione, di atteggiamento e risultati (tre vittorie di fila una sola volta tra la 15^ e la 17^, due consecutive, sempre in una circostanza, tra la 22^ e 23^). E' il momento ora di tirare fuori maggior personalità e quella cattiveria agonistica costantemente, imprescindibile tra i cadetti, riducendo al lumicino i cali di rendimento in porzioni di gara, isolandosi dalle critiche e non facendosi influenzare dalle innumerevoli pressioni.

foto Studio Buzzi