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In seguito alla scomparsa di Silvio Berlusconi, il futuro societario del Monza è divenuto tutt'un tratto più nebuloso. Con la morte dell'uomo che più di tutti ha contribuito a rendere grandi i colori biancorossi, anche i discorsi sulle ambizioni e sugli obiettivi del sodalizio brianzolo sono sfortunatamente passati in secondo piano, lasciando il campo ai vari rumors e alle voci di corridoio su una possibile cessione della società da parte di Fininvest, la cui maggioranza appartiene adesso a Piersilvio e Marina Berlusconi

Tanti i nomi accostati dalla stampa alla compagine lombarda, su tutti quello dell'armatore greco, nonché patron dell'Olympiakos Evangelos Marinakis e del colosso austriaco RedBull. Se il primo non è decisamente un nome che scalda il cuore dei tifosi, è impossibile dire la stessa cosa anche dell'azienda produttrice di bibite energetiche, che, nel giro di vent'anni ha costruito un dominio sportivo che va dai motori alle discipline di squadra, il tutto grazie a una gestione finanziaria scrupolosa e oculata

Fondata nel 1984 da Dietrich Mateschitz e dal suo socio Chaleo Yoovidhya (deceduto nel 2012), la RedBull è diventata nel giro di poco tempo una bevanda di nicchia nel mercato europee, distinguendosi come una valida alternativa agli alcolici. È soltanto due decenni più tardi però che la bibita che "ti mette le ali" sceglie di sbarcare nel mondo dello sport, decidendo di rilevare la scuderia Jaguar per entrare in Formula 1. Da quel momento, ha inizio la scalata della RedBull alle gerarchie delle quattro ruote, che permette agli austriaci di vincere 6 campionati piloti e 5 costruttori, lasciando le briciole ai becchi team come Ferrari e McLaren.

Nel 2005 avviene l'esordio nel calcio con l'acquisto dell'Austria Salisburgo, che, dopo un profondo rebranding che ha visto il club cambiare denominazione, simbolo e colori sociali, riesce a inanellare una serie di 14 scudetti vinti in 18 anni. Il 2006 segna lo sbarco nel continente americano con la creazione del New York Red Bulls, a cui segue quella del Red Brasil nel 2008. Nel 2009 tocca al Lipsia, squadra della ex Germania Est, a salire agli onori della cronaca dopo aver abdicato alla propria storia diventando RedBull Leipzig. Un cambiamento drastico non privo di strascichi, data la ferma opposizione dei supporter alla dismissione dei propri simboli, circostanza che ha poi convinto la frangia ultras più avversa al gigante austriaco a fondare un nuovo club in dissenso al nuovo RB Lipsia

Non solo calcio e monoposto nell'universo RedBull, che può contare anche due squadre di hockey su ghiaccio, una di vela, tre motociclistiche, un team di tuffi liberi, uno di skatesurf e ancora rallycross e skateboard. Un impero smisurato che fattura più di sei miliardi di euro all'anno e che adesso sembra abbia messo gli occhi sul Monza dopo che qualche anno fa si era raccontato di un interesse per l'Udinese, stroncato dalla volontà dei Pozzo di non cedere la società e dalle prime avvisaglie di proteste della tifoseria friulana. Tutto tace a oggi in Brianza, ma la sensazione è che il flirt tra RedBull e il Monza possa essere qualcosa in più di un semplice amore estivo