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Adriano Galliani e Silvio Berlusconi
Adriano Galliani e Silvio Berlusconi

Berti è sempre stato un personaggio sopra le righe, tra feste e vita mondana. 

Milano era bellissima, anche se oggi è troppo incasinata e sto bene in centro a Piacenza. Il festaiolo ero sempre io, ma c’erano tanti compagni e tanti milanisti. Veniva anche Vialli da Torino. 

Le sue abitudini notturne non passavano inosservate, tanto che fu pedinato dall'Inter:

Mi convocavano in sede, mostrandomi dove ero stato. 

Addirittura, fu mandato per punizione in un albergo per camionisti: 

Non c’era neanche la tv in camera.

Il calcio come passione e divertimento

Berti ha sempre vissuto il calcio come una festa, senza farsi condizionare dalle pressioni.

Il giorno del derby lo zio Bergomi era tutto incupito perché doveva marcare Van Basten. Io, invece, non vedevo l’ora di trovarmi davanti a quella folla: San Siro per me era la gioia assoluta. 

Anche nelle difficoltà, ha mantenuto il suo spirito leggero: 

Dopo una sconfitta con la Samp mi avevano puntato. Allora ho chiesto a Eriksson se mi ospitava nel pullman doriano per uscire dallo stadio. E mi sono disteso fra i sedili...

Nessun rimpianto

Guardando indietro, Berti non cambierebbe nulla del suo percorso. 

Ho fatto la carriera secondo le mie regole, mantenendo un equilibrio. Per questo non ho nessun rimpianto. 

Anche se l’idea di giocare per il Milan di Berlusconi resta una suggestione, la sua storia è legata indissolubilmente ai colori nerazzurri.

Nicola Berti

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