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Un bar che viene dal futuro

Non è un bar come gli altri, quello che hanno aperto a Monza due ragazzi di venticinque e ventiquattro anni, Daniele e Simone. Non c'è il barista che agita lo shaker e versa i liquori nei bicchieri. C'è una macchina che fa tutto da sola. Basta premere un bottone e la macchina miscela gli ingredienti che sono in delle sacche collegate. Così si possono avere più di cento tipi di cocktail, alcolici e analcolici, alcuni dei quali sconosciuti da noi ma già famosi all'estero. Per esempio, il ginger americano, che è come l'americano ma con lo zenzero, il mojito alla fragola o al frutto della passione, e il porn star martini, che va molto in Inghilterra. E poi ci sono anche i cocktail con la birra, come il beer mojito e il beer margarita.

L'idea di Daniele e Simone

cocktail

Daniele e Simone hanno avuto questa idea guardando il telefono. Hanno scoperto che esiste un'azienda che produce questa macchina, che di solito si usa nei grandi eventi, negli stadi o sulle navi da crociera. Hanno chiesto di provarla e si sono convinti che era una buona trovata. Hanno preso in gestione un bar che prima era un covo di malavitosi e drogati, e lo hanno trasformato nel "Dream bar", il bar dei sogni. Hanno anche una loro azienda che produce prosecco e gin, e li offrono ai clienti. Il loro gin ha dentro un fiore di loto che cambia colore quando lo si mescola, e poi c'è il gin della regina Elisabetta, che lei beveva quando era giovane.

I cocktail sono bilanciati

I cocktail che escono dalla macchina sono ben fatti e bilanciati. Non sono troppo forti né troppo deboli. Così si evitano le sbornie e gli sprechi. E chi non vuole alcool può scegliere tra tante alternative. Daniele e Simone sono contenti della loro invenzione. Dicono che è un modo diverso di fare il bar, che attira i nuovi clienti. E forse hanno ragione. Chissà.