A due anni dalla scomparsa di Frosio, un ricordo ancora struggente del tecnico del Monza
Il figlio Alex ha pubblicato un tweet dal quale traspare la grandezza del papà e dell'uomo
"Sei stato e sarai sempre il mio eroe. Ciao papà", era il ricordo del figlio Alex (giornalista della Gazzetta dello Sport) su twitter quel 20 febbraio di due anni fa quando scomparve Pierluigi Frosio, allenatore del Monza dal 1987 al 1990 e poi ancora dal 1998 al 2000.
E dopo due anni un altro tweet del figlio Alex è ancora più struggente, a dimostrazione di quanto fosse grande il papà e soprattutto l'uomo che ci ha lasciato a 73 anni: “Nelle vecchie immagini sgranate non si distinguono nemmeno i volti, quella fascia al braccio però mi permette di ammirarti ancora. Quanto eri forte… quando avevi il 4 sulla schiena e soprattutto eri semplicemente il mio papà. Sono due anni e mi manchi, papà, mi manchi”.
Nato a Monza il 20 settembre 1948, quartiere Casignolo, dopo un approccio con il ciclismo giovanile, ha iniziato a giocare a calcio nelle file della Gerardiana, poi la sua carriera ha avuto un’evoluzione graduale fino ad indossare la maglia del Perugia, con il ruolo di libero, guidando da capitano i grifoni nel periodo migliore della loro storia, con la vittoria del campionato cadetto 1974/75 ed il secondo posto in Serie A nella stagione 1978/79 chiusa, per la prima volta nella storia del girone unico, senza subire sconfitte. Da allenatore Frosio nel 1987 ha assunto la guida della prima squadra del Monza, ottenendo sia la promozione in Serie B che il successo nella coppa di categoria.
https://it.wikipedia.org/wiki/Pierluigi_Frosio
L'incontro fortuito con Giancarlo Besana
Riportiamo qualche significativo brano dell'intervista rilasciata per il libro “Monza destinazione serie A” alcuni mesi prima della sua scomparsa.
Mister, quando nasce la sua passione per il calcio? Giancarlo Besana scrisse che lei inizialmente andava in bici…
Ho sempre avuto la passione per il calcio. Da giovane ero piuttosto bravo e mi iscrivevano cambiando la data di nascita ai tornei serali. Poi nella mia zona c’era il “Velo Club”, una società ciclistica e i miei amici mi convinsero ad iscrivermi. Quando feci una visita dello sport, sarà per l’emozione non so, venni scartato per il soffio al cuore e smisi di correre. Oggi se lo rivedessi bacerei quel medico, è stata la mia fortuna. Ero più portato per il calcio e convinto dagli amici mi presentai alla Gerardiana dove trovai come allenatore Giancarlo Besana che mi convinse a far parte della squadra; mesi dopo andammo a fare un’amichevole a Sesto perché dovevano visionare due miei compagni. Alla fine presero me e da lì iniziò tutto.
Che rapporto ebbe con il grande Giancarlo Besana?
Ottimo, poi nel proseguo degli anni siamo diventati amici. Non mi ha scoperto lui, ma mi ha dato la possibilità di giocare a calcio e iniziare la carriera.
Rimane uno degli allenatori più amati
Cosa ricorda delle stagioni vissute a Monza come allenatore?
Alcune bellissime, altre più travagliate. Il primo anno facemmo l’accoppiata promozione in B e coppa Italia di C, poi ci furono salvezze rocambolesche e un anno venni esonerato, quello del post-Giambelli e inizio-Fazzolari, quando il Monza si salvò all’ultima giornata.
Qual è il calciatore del Monza al quale il Frosio allenatore è rimasto più affezionato?
Tutti in generale, ma se devo scegliere qualcuno dico: Gigi Casiraghi perché è cresciuto con mio figlio, conosco la sua famiglia, sua moglie e ci siamo legati sempre più negli anni e poi Giovanni Stroppa che dopo Monza fece dei bellissimi campionati con Milan, Foggia e Lazio.