Il punto di Paolo Corbetta - La fiducia di Galliani in Stroppa, ecco cosa serve al Monza
“La posizione di Stroppa? E’ confermato, assolutamente. Con lui abbiamo vinto il campionato di serie B non più di tre mesi fa. E’ dalla prima giornata che sento fare questa domanda e la trovo decisamente fuori luogo”. Le parole sono di Adriano Galliani e, ovviamente, rappresentano la posizione ufficiale dei vertici societari. Si può essere d’accordo o meno, ma occorre prenderne atto.
https://www.youtube.com/watch?v=bfwpMOVmlscHo iniziato il mio “punto” con queste note per evitare che si prosegua con quella fastidiosa nenia iniziata con lo scivolone interno col Torino e proseguita dopo la sonora sconfitta di Napoli . Una nenia non alimentata da chi frequenta lo U Power Stadium con buona costanza. Come i ragazzi della curva Pieri, sempre presenti in casa ed in trasferta con ammirevole passione. Una nenia che proviene in prevalenza da chi vede sempre le cose da più lontano, in senso figurato e in senso fisico. Da tifosi poco presenti allo stadio, ma con spirito critico sempre molto accentuato. A queste critiche ha fatto da cassa di risonanza una certa stampa nazionale, tramite la penna di giornalisti che, a loro volta, poco frequentano e soprattutto poco conoscono l’ambiente biancorosso.
“Oltre a recuperare i numerosi infortunati, servono calma, serenità e tantissimo lavoro”. Questa in sintesi la chiosa finale di Galliani. Forse è superfluo precisarlo, ma ci tengo a dire che condivido interamente la posizione dell’AD del Monza. E cercherò di spiegarne le ragioni.
Anzitutto, la squadra di Stroppa ha mostrato venerdì qualche segnale di crescita e, obiettivamente, non avrebbe meritato di perdere. L’approccio mentale è stato buono, nonostante gli errori siano stati ancora molti. Gli infortuni e le precarie condizioni di forma di molti dei nuovi arrivati stanno condizionando enormemente il rendimento dei biancorossi, complicando il lavoro del tecnico di Mulazzano costretto a dover assemblare una squadra con tanti nuovi elementi in un meccanismo di gioco che non è dei più semplici e che produce frutti a medio-lungo termine. Dimostrazione è che la prestazione più dignitosa in questo avvio di campionato è arrivata quando la formazione iniziale è stata composta con ben sette giocatori già in forza la scorsa stagione.
Infine, c’è un’oggettiva constatazione che scaturisce dalle prime tre gare del torneo. Riguarda l’organico. Nonostante gli sforzi da parte della società, c’è ancora qualche importante lacuna da colmare. Mancano muscoli, centimetri e chilogrammi soprattutto a centrocampo. A parte la netta superiorità tecnica del Napoli, dalle partite con avversari più abbordabili come Torino e Udinese è arrivato un messaggio chiaro. Non si può competere con chi ha una fisicità sovrastante. Può mancare un play, può mancare un altro esterno di centrocampo, può mancare un difensore che sopperisca alla lunga assenza di Andrea Ranocchia. Ma senza prestanza fisica e corsa là in mezzo sarà molto dura riuscire a rimettersi presto in carreggiata. Paolo Corbetta