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Berlusconi

"Milano 2, e a seguire Milano 3, furono costruite tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Novanta. Non erano solo una grande idea, ma un nuovo modo di vivere, un vero e proprio sogno", spiega Cartareggia al portale Fanpage. L'obiettivo era creare una città satellite moderna, autosufficiente, con tutti i servizi necessari per una qualità della vita elevata. Un concetto che, per quanto innovativo, ha visto nel tempo alcune difficoltà logistiche, soprattutto per la mancanza di collegamenti adeguati con i mezzi pubblici.

San Siro-Fiera, il quartiere dei calciatori

Quando nel 1986 Berlusconi acquistò il Milan, non si limitò a costruire una squadra vincente, ma volle anche creare un ambiente ideale per i suoi giocatori. "San Siro-Fiera come quartiere dei calciatori fu un geniale progetto di Silvio Berlusconi: voleva che i giocatori si incontrassero tra di loro, socializzassero, si sentissero a casa", racconta Cartareggia. L'idea era quella di rendere il Milan una famiglia, permettendo ai giocatori di vivere vicini e di sentirsi parte di un gruppo coeso anche fuori dal campo. Arrigo Sacchi, all'epoca allenatore, abitava in via Rospigliosi e poteva controllare da vicino la squadra. Un'idea che contribuì a cementare lo spirito vincente del club negli anni d'oro.

Van Basten, Gullit e gli altri: un legame che dura nel tempo

Cartareggia ha gestito per oltre dieci anni gli alloggi dei calciatori del Milan, costruendo un rapporto di fiducia con molti di loro. "Andavo a prendere a casa Van Basten, ho vissuto insieme a Gullit...", racconta. Un rapporto che va oltre la semplice transazione immobiliare e che ha creato una vera e propria rete di conoscenze che perdura nel tempo. Anche i nuovi talenti del calcio si rivolgono a lui, magari su consiglio di ex compagni di squadra o dirigenti con cui ha lavorato in passato.

Aneddoti milanesi: tra scimmie, quadri e statue

Il lavoro di Cartareggia lo ha portato a conoscere clienti con richieste particolari. Tra le più curiose, quella di un cliente che cercava una stanza in più per la sua scimmia, con cui girava in macchina per Milano. Oppure un famoso cantante che, entrato in un appartamento per una visita, si è innamorato di un quadro e se n'è andato con quello, senza acquistare la casa.

Non mancano storie legate al calcio: "Un tempo diedi una casa a Roberto Donadoni, in via Leone XIII. Casa anni Settanta, box del tempo: faceva prima a uscire dalla capote che ad aprire la portiera della macchina". Un'immagine che racconta bene come le esigenze abitative siano cambiate nel tempo, con calciatori e vip sempre più orientati verso appartamenti moderni e iperaccessoriati nei nuovi quartieri come CityLife e Porta Nuova.

L'eredità di un'idea vincente

Oggi Milano è una città in continua evoluzione, ma le intuizioni di Berlusconi nel settore immobiliare e nel calcio hanno lasciato il segno. Il progetto San Siro-Fiera come quartiere dei calciatori ha fatto scuola, così come la volontà di creare ambienti adatti ai professionisti dello sport. "Milano è una città che si trova in Italia solo per la sua posizione geografica e per le tasse. Per il resto è piena Europa, una realtà internazionale", conclude Cartareggia. Un pensiero che si riflette nella continua ascesa del mercato immobiliare e nell'attrattività della città per manager, sportivi e investitori da tutto il mondo.

Filippo Cartareggia
Foto Linkedin

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