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Galliani con Pessina (foto Ac Monza)
Galliani con Pessina (foto Ac Monza)

Il capitano del Monza Matteo Pessina ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera, firmata Monica Colombo.

Ha esordito col suo motto:

"Gutta cavat lapidem è il motto nel quale mi rispecchio. La goccia scava la pietra è una massima che vale anche per il calcio: con il lavoro si ottengono obiettivi a prima vista impossibili. È una frase che mi è rimasta in mente, dal momento che mia nonna insegnava latino al Frisi di Monza e me la ripeteva spesso.

Quando inizia la sua storia con il club biancorosso?
"Avevo 9 anni quando lasciai la Dominante per trasferirmi al Monza. Rimasi lì per otto anni quando Adriano Galliani mi condusse al Milan nell’ambito di un’operazione romantica».

In che senso?
“Nel 2015 con il fallimento del Monza, i dipendenti non ricevevano lo stipendio. Galliani avrebbe potuto prendermi a zero ma pagò 30 mila euro al club per consentire a magazzinieri e fisioterapisti di ricevere la busta paga”.

Cosa le disse al primo colloquio otto anni fa?
“Andai in sede per firmare il contratto con i rossoneri accompagnato da mia sorella e da mio papà. Fu lui a ricordare a Galliani che era l'amministratore di condominio del palazzo dove abitava mio nonno. Era proprio destino che ci dovessimo rincontrare”.

Essere il capitano della squadra della propria città è una responsabilità in più?
“Mister Palladino dice che dopo una sconfitta io sono di umore nero perché ho un senso di appartenenza differente”.

Cosa l'ha spinta a lasciare una squadra che lotta per l'Europa per approdare in una neopromossa?
“Con l’Atalanta ho giocato in Champions, ma a Monza ho sposato il progetto”.

Nel campionato scorso il Monza è stato la sorpresa della A.
“Il mister ci ha già messo in guardia spiegandoci che gli avversari ora sanno come giochiamo. Ma noi dobbiamo puntare a quegli obiettivi che nella scorsa stagione abbiamo solo sfiorato”.

L'Europa quindi.
“Così direbbe Galliani anche se la lotta è sempre più difficile”.

La scomparsa di Silvio Berlusconi non vi ha lasciato in uno stato di incertezza?
“Siamo sconvolti anche se lui è presente a Monzello: le sue parole tappezzano i muri del centro sportivo. Galliani è stato abile a rassicurarci dicendo che ha la facoltà di gestire il club e la situazione non muterà rispetto al passato”.

Che rapporto aveva con Berlusconi?
“Quest'inverno dopo l’impegno con la Nazionale ero a pranzo con la mia ragazza. Ricevo una chiamata da un numero che non conosco e per timore che siano le solite aziende che scocciano al telefono non rispondo. Dopo un minuto mi arriva un messaggio: “Il presidente Berlusconi la sta cercando”. Non faccio in tempo a richiamare che squilla di nuovo il telefono. Era lui che voleva farmi i complimenti per il gol a Malta”.

Immagino abbia superato senza difficoltà il test estetico...
“Non ho tatuaggi, orecchini e nemmeno la barba”.

Cosa fa nel tempo libero?
“Studio Economia alla Luiss di Roma. Ho scelto quella università perché ha organizzato un corso bellissimo per gli sportivi. Sono iscritti anche Tortu, Tamberi, Cristante e Bove. Abbiamo a disposizione dei tutor che ci fanno lezione. Quando siamo pronti affrontiamo gli esami”.

Lo studio è importante nella sua famiglia?
“Mio papà è commercialista, mia mamma architetto e mia sorella si è laureata in Fisica alla Bicocca”.

Quale reazione hanno avuto in famiglia quando ha comunicato di voler fare il calciatore?
“Ho fatto lo scientifico fino al quarto anno, quando sono passato in prima squadra mi sono trasferito al Collegio Villoresi San Giuseppe. Poi, con il trasferimento al Milan ho studiato da privatista per poi dare la maturità. I miei genitori mi avevano avvertito: se il calcio è la tua strada ti appoggiamo, ma devi portare avanti gli studi!”.

La sua dote nascosta?
“L’abilità ai fornelli. Sono uscito di casa presto e mia mamma mi ha passato un po’ di ricette. Il risotto alla monzese è la mia specialità”.

È consapevole di rappresentare l’opposto del calciatore tipo?
“Per questo la mia fidanzata mi ha scelto. All’inizio era convinta che tutti i giocatori fossero un po’….”.

Superficiali?
“La mia Vian ha studiato architettura a Londra, l'ho conosciuta a Verona quando a causa del Covid era rientrata in Italia. Peraltro potrebbe fare benissimo la velina, è bellissima”.