Dimissioni Antonelli, dalla rinascita in D alla conquista del sogno Serie A: l'addio di una figura essenziale negli ultimi sette anni del Monza
Filippo Antonelli si è dimesso, a sorpresa, dalla carica di Direttore Sportivo del Monza. Un fulmine a ciel sereno. Una figura palesemente essenziale e rilevante nella storia biancorossa, da sette anni a questa parte.
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E' stato incontestabilmente un punto di riferimento per il team biancorosso, il trait d'union tra la vecchia società (quella di Colombo), che ha fatto rinascere il Monza dalle ceneri del fallimento e il Gruppo Fininvest, capeggiato dal Presidente Silvio Berlusconi e con la presenza imprescindibile del manager-tifoso Adriano Galliani, che ha condotto il club in lidi mai esplorati sino al maggio scorso. Rammentiamo che Pippo c'era sia nella prima amichevole estiva, di Robbiate, del cantiere aperto Monza, il 3 agosto 2015, che nella notte magica all'Arena Garibaldi del 29 maggio 2022. Tra queste due date, significative ed indelebili, tante gioie ed alcune delusioni, peripezie e mutamenti, alti e bassi che hanno sempre contraddistinto il lungo, e spesso tortuoso, percorso del 1912.
Lascia un dirigente che ha percorso tutto l'iter del club dal 2015 a questa parte, con le svariate vicissitudini: dal punto più basso della Serie D al tanto desiderato sogno della massima serie, ottenuto dopo 110 anni di storia con una memorabile scalata. Il teatino ha dato tanto per la compagine brianzola, ricevendo nello stesso tempo altrettanto. Ha elevato, con la sua competenza tecnica, il ramo sportivo biancorosso, ha valorizzato se stesso a livello calcistico-manageriale e morale nell'Università biancorossa (come da lui stesso definita lavorando a stretto contatto con Galliani), mettendo in bacheca diversi titoli: il campionato di Serie D e lo Scudetto Dilettanti nel 2016/17, il primo posto nel Campionato di Serie C e conseguente promozione in B nel 2019/20, la storica promozione in Serie A nel 2021-22, passando dai playoff cadetti. Senza andare a considerare poi i premi individuali ricevuti in questi anni, a riconoscere il valevole e capillare operato. A referto non bisogna dimenticare anche il biennio in Brianza da calciatore dal 1996 al 1998, con la promozione in B con Gigi Radice del 96/97 (esordio nella semifinale d'andata degli spareggi col Brescello), culminata con la finale playoff vinta, a Ferrara, contro il Carpi. Filippo era un giovane gregario, che si alternava tra Prima (1 presenza anche in B contro la Reggina) e Primavera agli albori della sua buonissima (poi) carriera che lo ha visto calpestare anche i campi di A.
Tra i suoi colpi, in questi sette anni, ne elenchiamo solo alcuni tra i più rimarchevoli: D'Errico in Serie D nel 2015, divenuto poi una bandiera biancorossa, mister Zaffaroni, già nei cuori della piazza come calciatore, il timoniere che ha riportato il club tra i Pro; continuiamo poi con gli innesti stranieri di Dany Mota, giunto in C, e Carlos Augusto, in B, rispettivamente nel gennaio e nell'estate 2020. Anno che ha portato in dote anche pedine come Michele Di Gregorio, Davide Frattesi, il vikingo Christian Gytkjær (l'eroe della Serie A), Andrea Colpani, per citarne alcuni. E più recentemente, seppur solo in prestito, Nicolò Rovella, profilo d'indubbia qualità e prospettiva, il gioiellino Samuele Vignato. Da citare anche il portiere Alessandro Sorrentino. Ce ne sarebbero comunque altri meritevoli di menzione.
Un addio che sorprende, non essendo nell'aria. La fine di un sodalizio che provoca inevitabilmente dispiacere e nostalgia per quello che è stato. Ci sarebbe piaciuto continuare a vedere (per tanti altri anni) Filippo protagonista nel cammino, in ascesa, del Monza. Lui che con la sua deferenza, umiltà, disponibilità e conoscenza è entrato nei cuori della piazza monzese. Non possiamo fare altro che ringraziarlo per la griffe, indelebile, marchiata sulla storia biancorossa e augurargli il massimo per un prosieguo di carriera ricco di soddisfazioni.
foto AC Monza / Buzzi