x

x

Un leader. Crediamo che nessun altro sostantivo sappia descrivere meglio Silvio Berlusconi. Si può amare, si può discutere, si può avere una visione diversa, un'idea differente in molti campi, ma, ben difficilmente, si potrà affermare che non sia stato un uomo di carisma eccezionale, capace di trascinare chi ha avuto la fortuna di condividere anche solo un pezzo di strada con lui.

Solamente per rimanere nel mondo del calcio, da Adriano Galliani e Fedele Confalonieri, da Arrigo Sacchi a Fabio Capello, da Carlo Ancelotti a Raffaele Palladino. Dirigenti e allenatori, uomini su cui nessuno avrebbe scommesso e che, invece, grazie a lui, hanno scritto la storia

Per non parlare dei giocatori, quelli che hanno poi portato sul campo la sua visione, integrandola con quel talento che Berlusconi sapeva riconoscere come pochi. Da Van Basten a Gullit, da Weah a Shevchenko, da Inzaghi a Kakà, passando per Savicevic, Ronaldinho, Ronaldo il Fenomeno, Nesta, Pirlo e Rui Costa. 

Quelli, poi, sul quale si è appoggiato per costruire i suoi trionfi, Baresi, Maldini, Costacurta, Galli e Tassotti, tutti già nel Milan quando arrivò, quell'anima italiana che ha sempre voluto fosse la base dei successi. Pensiamo a Gattuso, Ambrosini, Abbiati nel suo secondo periodo d'oro al Milan o all'ultimo progetto di un Monza che ha una forte connotazione italiana, rafforzata quest'anno dall'arrivo di Pessina, uomo simbolo della strepitosa stagione appena terminata.

Ecco, tutti questi nomi, e i molti altri che non abbiamo citato, hanno sposato la visione innovativa, visionaria, finanche folle per qualcuno, raggiungendo traguardi inimmaginabili. 

Un uomo che ha sempre voluto fare le cose in grande e che ci lascia una lezione importante: “Io ho sempre fiducia, perché ho la fiducia incorporata”, diceva. In fondo, senza quella, in sé stesso e nei suoi collaboratori, non avrebbe mai potuto scrivere una storia così importante.