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All’U-Power Stadium passa il Pisa, che si conferma una vera e autentica bestia nera per il Monza. I nerazzurri adesso sono attualmente in zona promozione a ben quattro lunghezze dai biancorossi, che devono accontentarsi invece del quinto posto in zona play off,  anche se la classifica è molto corta e la Serie B sa essere molto imprevedibile.


Alcune domande sorgono spontanee: come mai ostinarsi a giocare con 3 centrali dove almeno uno dei 3 difensori nasce come terzino? Perchè non puntare su Paletta dal primo minuto di gioco? E come mai anche Mancuso fa fatica a rendersi determinante nell’attacco biancorosso?


Stroppa disegna il collaudato 3-5-2 con Di Gregorio in porta, Donati, Marrone e Carlos Augusto centrali di difesa, D’Alessandro e Pedro Pereira sulle fasce, Colpani, Valoti e Barberis mezzali e coppia d’attacco composta da Mota e Mancuso.
Durante i primi venti minuti il Monza corre e fa la partita, ha molte occasioni e il gol arriva dopo appena sette minuti con Valoti, bravo a ribadire a rete un pallone da fuori area. L’assedio biancorosso nei primi venti minuti è asfissiante e in più di una circostanza c’è l’occasione di raddoppiare, ma Mota è chiuso bene dalla difesa e ancora una volta Mancuso sbaglia i tempi di inserimento e sembra non essersi calato nella nuova realtà. L’infortunio di D’Alessandro a metà primo tempo inoltre cambia le carte in tavola e Stroppa prova a ridisegnare la formazione mandando in campo Pirola e alzando quindi Carlos Augusto sulla sua corsia di appartenenza. L’assenza dell’ex Udinese si sente, visto che mancano i suoi inserimenti in area e Carlos Augusto non ha le doti offensive dell’esterno romano.
Il pareggio non tarda ad arrivare e sul gol di Puscas ancora una volta è la difesa biancorossa ad essere complice di un degno film horror: Sibilli crossa e in area Puscas è completamente libero di raccogliere il pallone, addomesticarlo e ribadire a rete con la difesa che rimane li a guardare. Sembra proprio la fotocopia del gol preso da Gaetano contro la Cremonese e ancora una volta Marrone è a suo malgrado uno dei protagonisti in negativo.
La prima frazione si chiude con qualche occasione da entrambe le parti, dove però sia Nicolas che Di Gregorio riescono a neutralizzare il tutto.

Nel secondo tempo è il Pisa che domina e fa la partita: i ragazzi di D’Angelo corrono letteralmente il doppio dei nostri, Stroppa prova a reagire inserendo Ciurria e Favilli al posto di Colpani e Mancuso, senza tuttavia riuscire a cambiare la partita. Ancora una volta Mancuso cercasi, ma le colpe non sono però da attribuire solo all’ex attaccante dell’Empoli: a centrocampo Valoti e Colpani provano molti inserimenti ma faticano a trovare i tempi giusti e Barberis è stato un vero e proprio fantasma, visto che ha toccato davvero pochi palloni ed è spesso annullato dalle incursioni dei nerazzurri, liberi di partire in contropiede e far male alla difesa. Non è un caso se neanche dieci minuti dopo, sugli sviluppi di un corner il Pisa raddoppia con l’autogol di Pedro Pereira, propiziato dal colpo di testa di Caracciolo.
Il Pisa ha molto coraggio e non ha paura di ripartire e fare male, mentre per provare a pareggiarla Stroppa manda dentro Gytkjaer al posto di Dany Mota e sostituisce l’infortunato Marrone con Paletta, ma purtroppo ai fini del risultato non cambia niente. Una cosa però è certa: l’ingresso del difensore argentino ha permesso a Donati e Pirola di ricompattarsi, trovare una quadra giusta e spostare gli equilibri verso l’attacco. Non a caso Lucca oggi è rimasto a digiuno di gol e questo è un altro elemento da salvare dopo i primi dieci minuti della partita.


Un vero peccato, dato che sembravano esserci stati dei passi avanti con le vittorie contro la Spal e la Ternana, non è ancora notte fonda e sicuramente non è tutto da buttare. Ma qualcosa adesso deve cambiare e bisogna però ripartire dalle certezze. E capitan Paletta è sicuramente una di queste!