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Monza-Bologna: una partita che potrebbe lanciare una delle due squadre

Entrambe le squadre in questione hanno collezionato tre pareggi e una sconfitta nelle prime quattro uscite e quindi si trovano in un momento di difficoltà. 

Tuttavia, sia nell’ultima partita giocata mercoledì sera dal Bologna, contro lo Shaktar Donetsk, che quella giocata il turno precedente dal Monza, contro l’Inter si sono visti dei miglioramenti. 

La squadra brianzola ha fornito una prestazione commovente per lo spirito di squadra e il sacrificio, mostrato dagli undici titolari e da chi è subentrato a partita in corso. Due aspetti che sono mancati al Monza nelle precedenti tre giornate e che forse hanno pesato sui risultati ottenuti. 

Gli emiliani hanno ritrovato idee, gioco e coraggio anche se non sono riusciti a schiodarsi dallo 0-0 contro gli ucraini. Tuttavia, la fase difensiva lascia ancora tante preoccupazioni a mister Italiano e si è vista soffrire ancora una volta sulle imbucate centrali, dovute al poco equilibrio mostrato per alcuni tratti del match. Aspetto questo, sul quale l’allenatore rossoblù dovrà lavorare ancora tanto con i suoi giocatori, ma non è il solo.

Tanti cambiamenti e poche certezze

Il Bologna è reduce da una straordinaria stagione con mister Thiago Motta che è riuscito a portare la squadra emiliana ad un insperato quinto posto e a una storica qualificazione alla Champions League, sessant’anni dopo l’ultima volta. Tuttavia, nell’ultima sessione di mercato ci sono stati molti cambiamenti nel club. Partendo dalle cessioni, Thiago Motta è diventato il nuovo allenatore della Juventus, mentre Zirkzee e Calafiori sono stati ceduti, rispettivamente al Manchester United e all’Arsenal. Inoltre, Saelemaekers non è stato riscattato ed è ritornato al Milan. Queste quattro perdite hanno lasciato un bel vuoto nell’ambiente, poiché sono stati i protagonisti principali della scorsa stagione, anche se le cessioni dei primi due giocatori citati hanno portato nelle casse del club una cifra vicina ai 100 milioni di euro. Di conseguenza, la società si è mossa in primis per cercare un nuovo tecnico adatto per guidare il Bologna, in questa stagione ricca di impegni, ed alla fine il ds Sartori ha scelto Vincenzo Italiano. Quest’ultimo è reduce da tre stagioni alla Fiorentina, nel quale ha raccolto degli ottimi risultati, tra cui due finali di Conference League, purtroppo perse. Per quanto riguarda i giocatori, la strategia della società è stata quella di prendere parecchi giovani prospetti per allungare la rosa e renderla completa per essere competitiva in tutte e tre le competizioni. Infatti, sono arrivati Dallinga, Cambiaghi, Miranda, Erlic, Pobega, Iling-Junior, Holm e Dominguez e sono tutti giocatori voluti da mister Italiano. Tuttavia, in queste prime partite il tecnico ex Fiorentina non ha ancora trovato il suo undici ideale e sembra non essere ancora riuscito a far esprimere le sue idee di gioco ai calciatori.

Uno di questi concetti riguarda il pressing alto, fatto in modo disorganizzato e che porta ad avere i reparti lunghi, poco equilibrio e soprattutto tanto spazio agli avversari per rendersi pericolosi.

Il 4-2-3-1 di Vincenzo Italiano

Il modulo con cui il Bologna scende in campo è un 4-2-3-1, schema tattico utilizzato negli ultimi anni da mister Italiano. Come visto da inizio stagione, il Bologna è una squadra aggressiva e crea un gioco verticale dove vengono cercati i due esterni alti, solitamente Orsolini a destra e Ndoye a sinistra, che nelle squadre di Vincenzo Italiano sono i giocatori più valorizzati. 

Per aggressività, si fa riferimento al pressing alto, portato dalla squadra emiliana in fase di non possesso, per cercare di recuperare palla in zona offensiva. Infatti, i due esterni, la punta e il trequartista vanno in pressione sui quattro difensori avversari, mentre i due mediani vanno a marcare le due mezzali tenendo così libero solo le corsie laterali, rendendo difficile l’uscita dal basso per gli avversari. Tuttavia, se la squadra avversaria riesce a saltare questa prima pressione si trova in superiorità numerica con l’opportunità di creare pericoli alla retroguardia rossoblù.

In fase di costruzione, la squadra di mister Italiano imposta con tre difensori, ovvero i due centrali e il terzino sinistro che viene dentro al campo, i due mediani a ricevere e una linea di quattro centrocampisti, tra cui il terzino destro che rimane largo, situate dietro all’unica punta centrale.  In alternativa, il Bologna imposta a quattro con i due mediani un po' più alti e il reparto offensivo uguale allo schema precedente. In queste due circostanze, si nota come la palla venga girata rapidamente sugli esterni che hanno il compito di andare sul fondo e mettere la palla in mezzo per la punta o per il centrocampista che arriva a rimorchio, oppure rientrare sul piede forte e provare la conclusione.

Riccardo Orsolini, capitano dalle grandi qualità

Uno dei punti forti di questo Bologna è sicuramente Riccardo Orsolini, capitano e leader tecnico indiscusso della formazione emiliana. L’esterno italiano è arrivato a Bologna nel 2018 come una scommessa, ma col passare delle stagioni ha dimostrato il suo valore e una grande costanza nelle prestazioni che lo hanno consacrato come uno degli esterni più forti della Serie A. Inoltre, la sua crescita è stata premiata da qualche chiamata con la nazionale italiana con la quale ha collezionato 7 presenze, condite da due gol. Orsolini è stato uno dei protagonisti della passata stagione, superando la doppia cifra in termini realizzativi anche con qualche assist. Un altro aspetto importante riguarda la leadership del classe 97’ che risulta essere sempre presente nella manovra rossoblù anche nei momenti di difficoltà della squadra, come in questo inizio di stagione dove non è ancora arrivata una vittoria. Si può dire che Orsolini è un giocatore completo e che quindi risulta essere un insostituibile per un allenatore, come nel caso di Vincenzo Italiano che lo ha quasi sempre tenuto in campo in queste prime partite.