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Adriano Galliani e Silvio Berlusconi
Adriano Galliani e Silvio Berlusconi

Negli anni tra il 2014 e il 2017, il Milan, guidato ancora da Silvio Berlusconi e dal suo braccio destro Adriano Galliani, ha vissuto una fase di grande difficoltà. Dopo decenni di trionfi e successi internazionali, il club si è trovato a fronteggiare una realtà ben diversa, fatta di risultati deludenti e crescenti problemi finanziari, unitamente anche ai problemi giudiziari vissuti dal dal Berlusconi politico.

Uno dei primi segnali di questo declino si manifestò nel 2014, con l'esonero di Massimiliano Allegri e la scelta di affidare la panchina a Clarence Seedorf (che anche alle latitudini biancorosse conosciamo, purtroppo, bene per essere stato per troppo tempo il governatore ombra della società brianzola). Una mossa che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto segnare una svolta, ma che si rivelò inefficace. Per la prima volta in oltre un decennio, il Milan rimase fuori dalle competizioni europee, un segnale chiaro di un'involuzione che non si limitava solo al campo.

Dal punto di vista economico, la situazione era altrettanto preoccupante. Già nel 2013, il bilancio mostrava perdite significative, un trend che negli anni successivi non fece che peggiorare. L'investimento continuo da parte di Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi, non era più sostenibile e le risorse destinate al club iniziarono a ridursi drasticamente.

silvio berlusconi

2015-2016: un peggioramento inevitabile

Le difficoltà finanziarie del Milan si accentuarono nella stagione 2015-2016, che si chiuse con un deficit di 74,87 milioni di euro. Con la mancata qualificazione alle coppe europee, le entrate diminuirono sensibilmente, obbligando la società a operare con maggiore cautela sul mercato.

Nel frattempo, anche le scelte tecniche non portarono ai risultati sperati. lo scomparso Sinisa Mihajlovic, chiamato a risollevare le sorti della squadra, fu sostituito da Cristian Brocchi (altro nome noto dalle parti del Brianteo, ma in senso positivo visto che fu, comunque, il fautore della promozione dalla C alla B), ma il settimo posto finale non bastò per tornare a competere in Europa.

2017: il punto di non ritorno

L'ultimo anno dell'era Berlusconi fu il culmine delle difficoltà. Il bilancio 2016-2017 evidenziò una perdita di 74,9 milioni di euro, con debiti accumulati nei confronti di banche e istituti di factoring. Le speranze di ottenere un "voluntary agreement" con l'UEFA, per rispettare i parametri del Fair Play Finanziario, si infransero rapidamente, lasciando il club in una situazione sempre più complessa.

Nell'aprile del 2017, il Milan passò nelle mani dell'imprenditore cinese Yonghong Li, ma il cambio di proprietà non portò la stabilità sperata. La squadra concluse il campionato al sesto posto, senza riuscire a dare una svolta decisiva alla sua parabola discendente.

Un parallelo con il Monza di oggi?

Oggi, il Monza si trova in una situazione simile a quella vissuta dal Milan negli ultimi anni di Berlusconi. Dopo la scomparsa dell'ex presidente nel 2023, il club brianzolo si è trovato senza gli investimenti di Fininvest, e Adriano Galliani, pur con tutta la sua esperienza, non ha le risorse finanziarie di un tempo per mantenere la competitività della squadra

Come accadde per il Milan, anche per il Monza l'assenza di investimenti si traduce in una minore competitività sportiva. La realtà del calcio moderno è spietata: senza risorse economiche adeguate, anche i progetti più ambiziosi rischiano di arenarsi. E il finale della storia sarà legato molto alle decisioni che prenderanno Piersilvio e Marina Berlusconi.

Adriano Galliani

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