L'inaccettabile delirio di Valeri: superficialità ed arroganza smontate dalla logica
Come rovinarsi una bella e calda giornata di settembre. Le dichiarazioni di Valeri, per noi monzesi, sono un pugno nello stomaco. 14 e rotti anni dopo. D’istinto comincio a scrivere sulla tastiera e – sempre d’istinto – vorrei far ricorso a tutto il repertorio di insulti pubblicabili. Ammesso che ce ne siano. Leggo e rileggo le frasi del (per me) insopportabile fischietto romano e capisco che il modo migliore per smontare la sua superbia è analizzarle e dimostrarne la totale mancanza di logica e di corrispondenza alla realtà. Dovessi sindacare sul rigore clamoroso non fischiato a Borgobello sarei (infatti lo sono) accusato di essere di parte. Dovessi
ricordare una direzione molto casalinga sarebbe facile zittirmi come ‘lamento del perdente’. Sono due le frasi del Signor Valeri che la dicono lunga sul personaggio. E quindi cominciamo:
“Arrivai allo stadio due ore e mezza prima convinto di fare il mio giro di campo di perlustrazione in maniera tranquilla e invece lo stadio era già tutto pieno”. Beh …straordinario. Era tutta la settimana che i giornali scrivevano di Arena Garibaldi esaurita, di richieste di biglietti ben oltre la capienza, di tentativi pisani col prefetto per avere posti in più, di tensioni alimentate dal presidente del Pisa … E lui arriva tranquillo convinto di arbitrare una partita del torneo di briscola tra pensionati … Grande, incredibile
Valeri … quando i dirigenti arbitrali insistevano (ed insistono tuttora) nel dire che il direttore di gara deve sapere che tipo di partita lo aspetta lui era al bar di Coverciano a bere il caffè …
“È stata una bella esperienza ed uscimmo tra gli applausi, rarissimo per un arbitro, mi è capitato solo un paio di volte in carriera” … beh … capolavoro assoluto. A parte che gli applausi non ci potevano essere semplicemente perché al suo fischio finale (uno dei pochi fischi giusti della sua carriera) il prato dell’Arena Garibaldi fu completamente invaso e nessuno aveva minimamente in mente di applaudire lui ma di festeggiare la promozione. Però, egregio Valeri, mi consenta: facile uscire tra gli applausi quando la squadra di casa ha vinto e Lei (L maiuscola in segno di rispetto che non ho) ha abilmente pilotato la vittoria … Dove sarebbe la straordinarietà del fatto? Se Lei avesse accordato il rigore a Borgobello e avesse diretto in modo meno subdolamente casalingo sarebbe uscito tra gli applausi?
Sarà straordinario quando, in qualunque parte del mondo, un arbitro fischierà un rigore contro la squadra di casa, dirigerà in modo imparziale, gli ospiti vinceranno ed alla fine per il fischietto ci saranno applausi del pubblico locale. Chissà se un giorno, in qualche parte del mondo potrà succedere ciò.
Certamente non avverrà mai in Italia con un arbitro come Valeri, sempre attento ad assecondare il più forte ed il più potente.
Mi sono limitato a smontare le fantasiose affermazioni di un signore pieno di sé e poco umile. Gli insulti non si possono scrivere ma – statene certi – la prima volta che dalla Curva Maratona di Torino mi capiterà di incrociare il Signor Valeri mi rifarò con gli interessi anche in questo senso.
Fiorenzo Dosso