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Il quadro che emerge è quello di un progetto che, sebbene approvato e appaltato, sta incontrando notevoli difficoltà nella sua realizzazione. 

Regione Lombardia si trova ad affrontare una serie di criticità concatenate: da un lato la complessità nel reperimento delle risorse finanziarie necessarie, dall'altro le difficoltà operative nel completamento degli espropri. 

A complicare ulteriormente il quadro si aggiunge la mancata approvazione della Tratta D breve, un segmento fondamentale dell'opera che attende ancora il via libera e i necessari finanziamenti.

Il processo di bonifica in dettaglio

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Le operazioni di bonifica seguono un protocollo rigoroso e ben definito. Come spiegato da Riccardo Toselli, coordinatore Qualità, Ambiente e Sicurezza di Pedelombarda Nuova, ogni fase degli interventi viene preceduta da una comunicazione alle amministrazioni comunali con almeno dieci giorni di anticipo. 

Il processo inizia con la preparazione delle aree di cantiere, includendo la realizzazione delle piste di accesso e l'installazione dei sistemi di lavaggio degli pneumatici. Solo successivamente si procede con gli scavi veri e propri, le analisi del terreno e il trasporto del materiale contaminato verso le discariche autorizzate.

Tempistiche e verifiche

La durata degli interventi di bonifica varia significativamente a seconda delle aree, oscillando da un minimo di due giorni fino a oltre quaranta. 

Il cronoprogramma prevede le prime valutazioni entro dicembre 2024, con il coinvolgimento dell'Arpa per le necessarie verifiche. 

La seconda fase degli interventi è programmata tra gennaio e febbraio 2025, con l'obiettivo di completare e smantellare i cantieri entro maggio dello stesso anno. 

Ogni fase del processo viene accuratamente documentata, creando quello che Toselli definisce una vera e propria "carta d'identità del terreno".

Una storia di rinvii

Il Comitato territoriale sottolinea come negli ultimi due anni si sia assistito a un continuo slittamento delle date di avvio dei lavori effettivi. 

Le scadenze inizialmente fissate per settembre 2023, poi posticipate a dicembre 2023, marzo 2024 e infine giugno 2024, non sono mai state rispettate. 

Persino l'annuncio del ministro Salvini, che durante un evento pubblico a Meda nel dicembre 2023 aveva proclamato l'imminente inizio dei lavori, è rimasto lettera morta. 

Nel frattempo, mentre alcuni espropri sono stati completati, altri rimangono oggetto di contenziosi legali.

La mobilitazione continua

Il Comitato per la difesa del territorio mantiene alta l'attenzione sulla questione, considerando l'opera un potenziale disastro sia dal punto di vista finanziario che ambientale. 

Per mantenere vivo il dibattito e coordinare le prossime iniziative, è stata organizzata un'assemblea pubblica per il 10 ottobre alle 21 presso Santa Margherita di Lissone, dove i cittadini potranno confrontarsi sugli sviluppi del progetto.