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Un caso di omonimia che rischia di mettere in ginocchio un'attività, a causa della disattenzione conclamata di molti leoni da testiera. Questo è quello che sta succedendo a Monza, dopo il post di denuncia della famosa giornalista e blogger Selvaggia Lucarelli.

Un caso che è finito sulle prime pagine dei quotidiani nazionali, quando la protagonista ha svelato lo scontrino, datole da una donna, in cui veniva addebitato un costo di 2 euro per aver chiesto un piatto aggiuntivo per dividere una porzione di trofie con il figlio, in un locale di Finale Ligure

La Lucarelli evidenzia il tutto su Instagram, con tanto di nome dell'attività in questione: Osteria del Cavolo. Ebbene, molti monzesi sapranno che un ristorante omonimo è presente nel nostro centro storico, sulle rive del Lambro a pochi metri dal Ponte dei Leoni. 

Dopo il post della seguitissima influencer sono volati insulti ed epiteti che hanno anche coinvolto l'esercizio monzese, totalmente innocente e, beffa delle beffe, chiuso per ferie fino al 23 agosto. Eppure, come purtroppo si sa, le notizie viaggiano in rete alla velocità della luce e il nome dell'Osteria del Cavolo ha iniziato a circolare in negativo  tanto da costringere i titolari a prendere posizione, indignati dalle false accuse e dalle contumelie ricevute.

Una storia di ordinaria follia della nostra società, nella quale basta veramente una stupida disattenzione di chi non ha nulla da fare, bighellonando sui social ormai quasi come professione, per mettere a repentaglio, in poche ore, anni di duro lavoro.